sabato 6 gennaio 2018

"Dinô da nùxe" a Castel San Giovanni di Finalborgo

Sabato 6 gennaio 2018 dalle ore 14,30 si svolgerà a Finale Ligure (SV), presso Castel S. Giovanni di Finalborgo, il DINÔ DA NÙXE, manifestazione in costume medievale, organizzata dall’Associazione “CENTRO STORICO DEL FINALE”, patrocinata dal Comune di Finale Ligure. Quello che si andrà a rievocare è uno spaccato di vita e di tradizione medievale. I visitatori entreranno in un’atmosfera magica e accompagnati da esperte guide in costume medievale, potranno visitare la fortezza scortati da guardie, potranno incontrare damigelle impegnate nei loro ricami, gli spadaccini della “Compagnia del Leone” e gli “Arcieri del Marchesato” esibirsi in duelli di spade e in tiri con l’arco, i “Sonagli di Tagatam” e i “Focus Magistri” presentarsi con spettacolari giochi di fuoco e musica medievale. Incontreranno popolani che offriranno loro, da una ricetta dell’epoca, una calda tisana speziata mentre in una sala della torre del castello li attenderà il “Marchese Giovanni del Carretto” dove verranno ricevuti con tutti gli onori e dove quest’ultimo farà loro dono di un sacchetto di noci.
Tutto questo per ricordare un’antica tradizione finalese: il DINÔ DA NÙXE. Il periodo natalizio ha sempre segnato un momento di gaiezza, serenità e fraternità nella cultura cristiana. E se, nelle terre anticamente governate da Genova, il Natale era festeggiato con tradizioni che risalgono ad un passato pagano tramite “ U Confôgü” (Il Confuogo), nel Finalese, in avversità a tutto quello che era Genovese, questa tradizione non fu mai seguita. Anzi, i Finalesi, hanno sempre celebrato in forma molto più famigliare e privata il loro Confôgü. Alla vigilia di Natale, seguita la prima Messa, la famiglia si ritirava a casa, ove le donne iniziavano a preparare il pranzo serale, culmine della festa casalinga: si manteneva infatti il digiuno per l’arco dell’intera giornata. Gli uomini, eseguiti i lavori più pesanti, visitavano parenti ed amici, augurando “Bun Dinô”. I bambini giravano per le contrade, bussando alle porte e gridando “dinô da nùxe, dinô da nùxe...”. A tal grido ogni porta si apriva ed in dono veniva offerta frutta secca e, quando possibile, arance e mandarini…
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