Mercoledì 18 marzo 2015 alle ore
17.30, nella Sala Trecentesca del Palazzo Pretorio di Gubbio (PG), si terrà la presentazione del volume “Il Castello eugubino di Carbonana e i suoi
signori (secoli XII – XVIII)" di cui sono autori Sonia Merli e Sandro Tiberini.
La pubblicazione, a cura degli attuali proprietari del prestigioso
maniero Daniel Bellemare e Kosta Makrisopoulos, è frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca condotto dagli
studiosi presso gli archivi eugubini, l’Archivio Segreto Vaticano, gli
Archivi Magistrali del Sovrano Militare Ordine di Malta, gli Archivi di
Stato di Perugia, Pisa e Venezia, consentendo così di mettere in luce le
complesse vicende legate alla storia dell’antico fortilizio, situato a
10 chilometri da Gubbio lungo l’asse viario di collegamento verso
Umbertide. Dopo il saluto del sindaco Filippo Mario Stirati a nome
dell’amministrazione comunale, interverranno i relatori Maria Grazia
Nico Ottaviani dell’Università di Perugia, Paola Monacchia della
Deputazione di Storia Patria per l’Umbria e Tommaso di Carpegna
Falconieri dell’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’.
Situato in posizione dominante, a 10 chilometri da Gubbio lungo
l’asse viario di collegamento verso Umbertide, il castrum Carbonane
esisteva come feudo medievale già nel XII secolo, con la funzione di
controllare i confini orientali del territorio, dalla parte del fiume
Assino. Nel febbraio 1192 papa Celestino III, nel concedere un
privilegio a Bentivoglio vescovo di Gubbio, gli attribuì il possesso di
alcuni beni, tra i quali il castello di Carbonana. Tra i primi signori figurarono anche i Gabrielli, discendenti di quel
Cante che da podestà di Firenze esiliò Dante Alighieri nel 1302. Nei
primi decenni del Quattrocento la proprietà di Carbonana passò alla
famiglia Porcelli, di fede ghibellina, originaria di Firenze. Il
castello passò successivamente in proprietà ai signori Gigli e,
successivamente, al dottor Ludovico Staub, medico canadese. Gli attuali proprietari, anch’essi canadesi, hanno seguito personalmente
e meticolosamente i lavori di restauro, grazie ai quali è stato
possibile dare risalto alle architetture dei diversi corpi di fabbrica, e
di risistemazione dell’ampio parco boschivo, che ha un’estensione di
circa 20 ettari.
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