Venerdì 18 settembre 2015, alle ore 18.00, presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12 a Milano, l’Associazione Culturale Italia Medievale in collaborazione con Urban Center Milano, è lieta di invitarvi alla presentazione dell’ultimo romanzo di Enrico Giustaccini “Il giudice Albertano e il caso dell’uomo pugnalato fra le nuvole” (Liberedizioni, 2015). Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Dalla Gavardo del primo romanzo, ora
ci spostiamo entro le mura cittadine di Brescia, e da lì a Montichiari, o
meglio, come si diceva all’epoca, Montechiaro. Albertano (personaggio
realmente esistito, letterato e uomo politico, compilatore di importanti
trattati filosofici e morali) è chiamato di nuovo a indagare su un
delitto misterioso e inesplicabile. Come può un uomo venire ucciso in
una stanza perfettamente chiusa dall’interno? Come ha fatto l’assassino a
dileguarsi nel nulla, senza lasciare alcuna traccia del proprio
passaggio? Nella dimora dei quattro fratelli Donati, sperduta tra la
campagna e le paludi di Montechiaro, il giudice e il suo inseparabile
amico e confidente Berengario devono affrontare un autentico rompicapo,
in cui tutti i dettagli sembrano collidere tra loro.
Anche stavolta, però, Albertano
riuscirà, grazie al proprio straordinario acume e alla forza inesorabile
e incalzante della ragione, a ricomporre le tessere impazzite del
mosaico. E l’enigma avrà la sua logica soluzione. Costruito secondo le
ferree regole della detection story classica, il nuovo lavoro di Enrico
Giustacchini si configura quale omaggio ai grandi maestri dei delitti
cosiddetti di “camera chiusa”, ossia di quello che è forse, tra i filoni
del giallo deduttivo, il più intrigante e denso di suggestioni. Al pari
del primo romanzo, l’opera è però anche un documentatissimo viaggio nel
tempo, che ci fa piombare a capofitto nel Duecento bresciano, alla
scoperta di luoghi perduti (come il monastero benedettino dei Santi
Cosma e Damiano, in città) o per fortuna tuttora esistenti (come la
pieve di Montichiari), e che ci permette di rivivere personaggi e
vicende indimenticabili, tra oscuri indovinelli e simboli indecifrati,
terrificanti morbi e miracolose guarigioni, sapientissimi astrologi e
sicari senza volto di sanguinarie sette segrete.
Al termine del romanzo – suddiviso in
dieci capitoli, ciascuno scandito da un “comandamento” del decalogo
inserito dal “vero” Albertano nel celebre trattato Ars loquendi et
tacendi – non poteva mancare, come nel precedente, la gustosa chicca di
un’appendice che consentirà di individuare quanto, fra le pagine appena
lette, era finzione e quanto, invece, realtà storica.
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