Abbazia di San Giusto |
La Tuscia possiede un grande patrimonio, fatto di luoghi insoliti e
autentici, di percorsi poco battuti che aspettano di essere esplorati.
La passeggiata inedita di domenica 14 giugno 2020 permetterà di scoprire due
luoghi di grande fascino naturalistico e storico situati nel territorio
di Tuscania.
Lo spettacolare anfiteatro della Solfatara sul fiume Marta e l’Abbazia Cistercense di San Giusto.
Il percorso inizierà tra i campi di grano e di coriandolo su un panoramico pianoro tufaceo, per scendere nella selvaggia valle del fiume Marta. Attraverso un incontaminato bosco di querce e olmi si seguirà il corso del fiume e qui si presenterà in tutta la sua bellezza l’anfiteatro naturale della solfatara con le rocce bianche e gialle tinte dallo zolfo e scolpite dall’erosione.
Lo spettacolare anfiteatro della Solfatara sul fiume Marta e l’Abbazia Cistercense di San Giusto.
Il percorso inizierà tra i campi di grano e di coriandolo su un panoramico pianoro tufaceo, per scendere nella selvaggia valle del fiume Marta. Attraverso un incontaminato bosco di querce e olmi si seguirà il corso del fiume e qui si presenterà in tutta la sua bellezza l’anfiteatro naturale della solfatara con le rocce bianche e gialle tinte dallo zolfo e scolpite dall’erosione.
Dopo la rilassante tappa sul fiume cullati dal rumore delle acque, si
ritornerà sullo stesso sentiero per proseguire verso l’Abbazia di San Giusto.
L’abbazia di San Giusto offre oggi la stessa magia di molti secoli fa quando monaci e viandanti che percorrevano le antiche strade decisero di fermarsi.
L’opera dell’uomo e quella della natura si fondono proprio come voleva San Benedetto da Norcia.
L’abbazia di San Giusto offre oggi la stessa magia di molti secoli fa quando monaci e viandanti che percorrevano le antiche strade decisero di fermarsi.
L’opera dell’uomo e quella della natura si fondono proprio come voleva San Benedetto da Norcia.
Il monastero si affaccia sulla valle del fiume Marta. La presenza di
sorgenti ha sicuramente incoraggiato gli insediamenti fin dall’epoca
etrusca, romana e medievale.
La prima notizia sicura di una comunità monastica di San Giusto è della fine del X secolo, quando un gruppo di monaci, seguendo la Regola di San Benedetto da Norcia, fondarono il primo monastero.
La prima notizia sicura di una comunità monastica di San Giusto è della fine del X secolo, quando un gruppo di monaci, seguendo la Regola di San Benedetto da Norcia, fondarono il primo monastero.
Nel 1146, l’abbazia cistercense di Fontevivo (Parma), abbazia figlia
di Clairvaux (Francia), inviò un gruppo di monaci a reinsediare San
Giusto come abbazia cistercense, probabilmente il cenobio benedettino
era ormai abbandonato. Nel XV purtroppo l’abbazia fu definitivamente
soppressa e da allora in poi i suoi edifici caddero in rovina. Domenica
si potrà ammirarne la rinascita di questo luogo, grazie al proprietario
ingegnere bolognese e medaglia d’oro olimpica (Tokio 1964) e alla sua
famiglia che nel 1990 acquistano l’azienda con i ruderi dell’abbazia di
San Giusto. Oggi l’abbazia di San Giusto è un’azienda agricola biologica
eco-compatibile ed un luogo per viaggiatori, artisti, appassionati di
natura e d’arte.
Doppio appuntamento: mattina alle ore 9.00 e pomeriggio alle ore 16.00 al parcheggio Piazzale Bersaglieri-Viale Fabio Filzi (sotto le mura della città) da dove con le auto ci recheremo sulla strada che conduce alla Solfatara e all’Abbazia di San Giusto.
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