Martedì 4 marzo 2014, alle ore 17.00
presso la Biblioteca Ambrosiana, in Piazza Pio XI, 2 a Milano, la
Società editrice il Mulino ha il piacere di invitarLa alla presentazione
del volume Le crociate dopo le crociate. Da Nicopoli a Belgrado (1396-1456) di Marco Pellegrini.
Ne discute con l'autore Giovanni Ricci. Introduce l'incontro Don Alberto Rocca.
«Le crociate “classiche” che ebbero come meta la Terrasanta finirono nel 1291 con la caduta di San Giovanni d’Acri. A partire dal Trecento l’ipotesi di una riconquista di Gerusalemme non fu più al centro della pianificazione crociata. Essa divenne il corollario di una strategia di attacco avente come obiettivo primario la distruzione della potenza turca in area balcanica, e dal 1453 in poi la sua cacciata da Costantinopoli».
Le crociate sono abitualmente associate all’idea di Medioevo: l’elenco ufficiale ne conta otto fra il 1098 e il 1270. Ma anche dopo questa data per lungo tempo la crociata restò un obiettivo capace di mobilitare emozioni e risorse dell’Europa cristiana. Queste «crociate tardive» non ebbero più come oggetto la lotta per la Terrasanta ma la difesa dello spazio europeo dall’avanzata dell’Impero ottomano. Furono molte: se ne annoverano più di dieci fino alla battaglia di Lepanto (1571) e altre ne seguirono in età moderna. Durante questo periodo gli eserciti della cristianità colsero più insuccessi che vittorie. Il volume racconta i diversi progetti di offensiva antiottomana promossi dal papato e i loro esiti, a cominciare dal disastro di Nicopoli nel 1396, la più sanguinosa sconfitta mai toccata a una spedizione crociata, per terminare con la fortunosa vittoria di Belgrado del 1456, per la quale si parlò addirit tura di miracolo.
Ne discute con l'autore Giovanni Ricci. Introduce l'incontro Don Alberto Rocca.
«Le crociate “classiche” che ebbero come meta la Terrasanta finirono nel 1291 con la caduta di San Giovanni d’Acri. A partire dal Trecento l’ipotesi di una riconquista di Gerusalemme non fu più al centro della pianificazione crociata. Essa divenne il corollario di una strategia di attacco avente come obiettivo primario la distruzione della potenza turca in area balcanica, e dal 1453 in poi la sua cacciata da Costantinopoli».
Le crociate sono abitualmente associate all’idea di Medioevo: l’elenco ufficiale ne conta otto fra il 1098 e il 1270. Ma anche dopo questa data per lungo tempo la crociata restò un obiettivo capace di mobilitare emozioni e risorse dell’Europa cristiana. Queste «crociate tardive» non ebbero più come oggetto la lotta per la Terrasanta ma la difesa dello spazio europeo dall’avanzata dell’Impero ottomano. Furono molte: se ne annoverano più di dieci fino alla battaglia di Lepanto (1571) e altre ne seguirono in età moderna. Durante questo periodo gli eserciti della cristianità colsero più insuccessi che vittorie. Il volume racconta i diversi progetti di offensiva antiottomana promossi dal papato e i loro esiti, a cominciare dal disastro di Nicopoli nel 1396, la più sanguinosa sconfitta mai toccata a una spedizione crociata, per terminare con la fortunosa vittoria di Belgrado del 1456, per la quale si parlò addirit tura di miracolo.
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