Venerdì 12 maggio 2017, alle ore 18,00 l’Associazione Italia Medievale e Urban Center sono lieti di invitarvi alla presentazione del libro di Valeriana Maspero “Memorie di una millenaria. La corona ferrea racconta storie di potenti, folli e santi” (Libraccio Editore, 2016) che si terrà presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele II, 11/12 a Milano con ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Interviene l’autrice.
La corona ferrea è un oggetto
bellissimo: un corpo di sei piastre d’oro incernierate tra loro,
tempestate di pietre smeraldine, rubini, ametiste e zaffiri, ricoperte
di smalti in forma di fiori blu lapislazzulo, viola, bianco avorio su
fondo verde, disegnati da filetti dorati. Un gioiello di un fascino
straordinario, che né le parole e neppure le riproduzioni fotografiche
più fedeli possono rendere. Bisogna vederla. È custodita nel duomo
barocco di Monza, a pochi chilometri da Milano. Il suo vero nome sarebbe
propriamente corona del ferro. È molto antica, ha quasi
duemila anni. Se potesse parlare, racconterebbe storie romanzesche,
stupefacenti, sontuose, incredibili. È stata sul capo di re e imperatori
per venti secoli.
Usata dai Berengari e dagli Ottoni di Sassonia come corona del primo regno italico nei secoli IX e X, essa rappresenta il più antico simbolo civile della unità nazionale. Essendo poi stata l’insegna dell’impero sacroromano-germanico, resta ancora oggi il segno dell’antica aspirazione all’unità dell’Europa, allora piano autoritario di re e imperatori, oggi obiettivo democratico e progressista che il vecchio continente sta ancora lottando per difendere.
Antesignano di questo progetto, Carlo Magno la volle sul capo nel 776 dopo avere sconfitto i Longobardi, ancor prima di cingere quella che papa Leone III gli impose a Roma la note di Natale dell’anno 800. Napoleone, che sognava di unificare l’Europa sotto il suo dominio, la cinse minacciando guai a chi l’avesse toccata quando, mille anni dopo, si incoronò re d’Italia nel Duomo di Milano nel 1805.
Usata dai Berengari e dagli Ottoni di Sassonia come corona del primo regno italico nei secoli IX e X, essa rappresenta il più antico simbolo civile della unità nazionale. Essendo poi stata l’insegna dell’impero sacroromano-germanico, resta ancora oggi il segno dell’antica aspirazione all’unità dell’Europa, allora piano autoritario di re e imperatori, oggi obiettivo democratico e progressista che il vecchio continente sta ancora lottando per difendere.
Antesignano di questo progetto, Carlo Magno la volle sul capo nel 776 dopo avere sconfitto i Longobardi, ancor prima di cingere quella che papa Leone III gli impose a Roma la note di Natale dell’anno 800. Napoleone, che sognava di unificare l’Europa sotto il suo dominio, la cinse minacciando guai a chi l’avesse toccata quando, mille anni dopo, si incoronò re d’Italia nel Duomo di Milano nel 1805.
Valeriana Maspero è
laureata in storia e filosofia, ex docente, pubblicista, autrice di
testi scolastici, ha scritto testi di storia e narrativa. Fa parte di
associazioni culturali e tiene incontri e conferenze per promuovere la
conoscenza della storia della corona ferrea e del periodo medievale in
Lombardia. Tra le pubblicazioni: Percorsi visivi, corso di educazione artistica, Ghisetti&Corvi, Milano, 2001, Homo, corso di storia, Immedia, Milano, 2004, La corona ferrea, storia del più celebre simbolo del potere in Europa, Vittone, Monza, 2004/2008, Il gioco della corona ferrea, Immedia, Milano, 2005, Bonincontro e il Chronicon modoetiense, EiP, 2010, Geostoria della civiltà lombarda, Mursia, Milano, 2013, Il ghibellino di Modoezia, Libraccioeditore, Milano 2014.
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