domenica 19 gennaio 2020

La santa casa di Nazareth da Taranto-Brindisi a Loreto

Lunedì 20 gennaio 2020 alle ore 17.30 a Brindisi a Palazzo Granafei-Nervegna nel Salone dell’Università si tiene la presentazione del volume di Vincenza Musardo Talò "La santa casa di Nazareth da Taranto-Brindisi a Loreto" (Bitprint 2019).
La ricerca rimette in discussione alcuni aspetti della storia della traslazione della santa casa di Loreto, puntando su inedite piste, nuovi assunti e alcune figure di protagonisti, che si muovono lungo un breve segmento temporale, interposto fra l’11 ottobre e il 10 dicembre del 1294. In primis, sono chiamati in causa il principe di Taranto, Filippo I d’Angiò e Thamar d’Epiro sua promessa sposa, oltre a Carlo II re di Napoli, il papa Celestino V e il domenicano Salvo, vicario pontificio e vescovo di Recanati; la città regia di Brindisi e la chiesa di Santa Maria del Casale costituiscono lo scenario su cui si muovono i fatti dell’ultima tappa del viaggio della santa casa di Nazareth: dal porto di Brindisi a Loreto. Il volume è aperto da una presentazione di Giuseppe Santarelli.
Vincenza Musardo Talò (1950) è docente presso la SSIS Puglia, Università di Lecce, socio ordinario della Società di Storia Patria per la Puglia e presidente del Centro Ricerche, Studi e Catalogazione dei Beni Culturali di Puglia. È studiosa del monachesimo femminile; su cui, tra l’altro, ha pubblicato Il monastero di Santa Chiara a Grottaglie (Lecce 1992); Tra passato e presente, il Second’Ordine francescano o di Santa Chiara nel Salento (Lecce 1994); Il monastero del «Cuore Trafitto» di Manduria (Lecce 1995); Il mo­nastero di Santa Chiara di Castellaneta. Contributo per lo studio del monachesimo femminile nel Mezzogiorno d’Italia (Taranto 1997); Per una fenomenologia del monachesimo femminile medievale («Communio» n. 198, novembre-dicembre 2004, pp. 44-51); Il monachesimo femminile. La vita delle donne religiose nell’Occidente medievale (Torino 2006). In questo saggio si definisce nel variegato universo medievale, più ancora di quello maschile, il monachesimo femminile come fenomeno di grande rilevanza culturale. Una lettura attenta ha permesso all’autrice di ricostruire la vita delle donne religiose, di individuare i principali centri di irradiamento, di stabilire l’influsso che ebbero sulla società. Eloisa, Rosvita, Ildegarda di Bingen, Mechtilde di Magdeburgo, Chiara d’Assisi, Caterina da Siena e Brigida di Svezia sono solo alcune delle donne più conosciute del Medioevo. La ricostruzione della storia della vita religiosa femminile fa emergere un mondo autonomo e creativo rispetto al monachesimo maschile coevo. Altri suoi significativi contributi riguardano la pietà popolare, l’agiografia e il fenomeno delle confraternite.

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