mercoledì 28 marzo 2018

Uso, ammirazione, ripresa. Il Medioevo davanti all’antico

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, sarà a Modena giovedì 29 marzo 2018 alle ore 18,00 all’auditorium Marco Biagi, dove dialogherà con lo studioso Claudio Franzoni sul tema “Uso, ammirazione, ripresa. Il Medioevo davanti all’antico”, con riferimento in particolare al Duomo di Modena e alla Ghirlandina. L’incontro, aperto liberamente a tutti, si svolge nell’ambito delle iniziative per “Mutina Splendidissima”, la mostra al Foro Boario che fino all’8 aprile narra 2200 anni di Modena con linguaggi sempre diversi.
Gli studi individuano nel Duomo di Modena una delle tappe fondamentali del rapporto tra Medioevo e Antico. Le grandi mostre modenesi sulla cattedrale del 1984 hanno approfondito il tema, sul quale ritorna anche la mostra “Mutina Splendidissima”, che evidenzia come la Cattedrale modenese possa essere considerata una sorta di giuntura tra la città antica e la città moderna.
Uno dei momenti in cui più forte risulta il richiamo al passato romano della città coincide, infatti, con la costruzione del Duomo e della torre Ghirlandina che la affianca, oggi nel cuore del Sito Unesco di piazza Grande, patrimonio dell’umanità. Il ricorso alla pratica del reimpiego di materiali provenienti dalla città romana sepolta a Modena è costante per oltre due secoli, anche se assume forme diverse nel corso del tempo. Duomo e Ghirlandina sono quasi interamente costruiti con mattoni romani e rivestiti da pietre di spoglio provenienti dall’antica Mutina.
Inserito in una casistica che gli studi recenti hanno ulteriormente allargato, spiegano gli organizzatori, lo sguardo di Lanfranco e di Wiligelmo verso l’arte antica spicca ancora nella sua ricca, originale complessità. Un tema divenuto centrale quando, negli anni ’80, Salvatore Settis diede il suo pionieristico contributo portando nel dibattito scientifico il concetto di “memoria e riuso dell’antico”. Si proponeva così un modello di continuità e non di frattura, che passava dal riutilizzo di quanto veniva dal mondo classico, provvedendo ad una sua, sia pur involontaria, sopravvivenza.
Lo studio del rapporto tra Modena e la sua memoria in età medievale non può prescindere dal modo in cui ha interagito con le testimonianze materiali dei secoli precedenti. Negli studi il tema del reimpiego gode ormai di una tradizione legata al confluire delle ricerche di ambito locale in quelle nazionali e internazionali. Le riflessioni di Settis costituiscono il fondamento degli studi volti all’interpretazione del reimpiego come fatto storico, come azione di recupero che rivela un atteggiamento ideologico nei confronti del passato in funzione del presente.
Salvatore Settis è professore emerito presso la Scuola Normale di Pisa, di cui è stato Direttore. Tra i molti incarichi, è stato Direttore del Getty Research Institute di Los Angeles, Presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici e membro di alcune tra le più prestigiose accademie europee e americane. Accanto ai suoi studi sull’arte antica e sulla tradizione classica, si è a lungo occupato di politiche dei beni culturali. A inizio anni Ottanta, collaborò con un’équipe di studiosi impegnata a definire un percorso per sviluppare ruolo e identità culturale dei Musei civici di Modena.
Claudio Franzoni è archeologo e storico dell’arte. Ha collaborato alla realizzazione di numerose mostre e iniziative editoriali. Nel corso dei suoi studi ha approfondito i temi dell’arte di età romana, del reimpiego e della storia della tradizione classica.
L’ingresso all’incontro è gratuito fino ad esaurimento posti. Ai presenti sarà offerto un ingresso a “Mutina Splendidissima” al Foro Boario di via Bono da Nonantola.

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