martedì 9 dicembre 2014

Una colletta per arricchire il patrimonio storico di Mantova

Una colletta per arricchire il patrimonio storico di Mantova con lettere originali del Medioevo che altrimenti resteranno in mani private. L’iniziativa verrà presentata martedì 9 dicembre 2014 alle 17.30 all’Archivio di Stato in via Ardigò. Ecco di cosa si tratta. Recentemente sono comparse sul mercato antiquario 5 lettere mercantili del XIII secolo ritrovate nel 1957 nell'incavo del muro di un edificio prospiciente piazza Broletto, che testimoniano come il Comune della Mantova medievale conoscesse una fervida attività economica e commerciale. A Mantova, come in altre città più importanti - il paragone è d'obbligo con Firenze - l'arte della lana rivestiva un ruolo rilevante sotto il profilo economico, ma finora era documentata a partire dagli inizi del Trecento e soprattutto da fonti documentarie dei secoli successivi. In questo panorama di rarefazione documentale che caratterizza i secoli centrali del Medio Evo - spiega Daniela Ferrari, direttrice dell’Archivio di Stato - queste 5 lettere assumono un interesse straordinario a conferma dell'importanza sociale delle attività economiche e commerciali nella Mantova feudale, e in particolare dell'arte della lana. Scritte da Bologna, Ferrara e Pistoia negli anni 1282-1283, tali missive hanno il fascino dei documenti di prima mano, poiché furono redatte per scopi contingenti, dettati dalla necessità di comunicare fatti legati all'attività ordinaria e alla quotidianità e non mediati da fini letterari».
Vediamo nei dettagli. Le 5 lettere testimoniano l'esistenza di una società commerciale costituita fra quattro mantovani: Gerardino e Benedetto de Tofania, e Bonaventura e Boccalata de Bovi, che commerciavano le merci più disparate (cotone, drappi, stoffe, tessuti, frumento, ferro, lana), in una rete di traffici operosi e vivaci estesa alle principali città dell'Italia centro-settentrionale, da Ferrara a Venezia, da Rimini ad Ancona, da Lucca a Prato. «Elemento non meno rilevante - continua Daniela Ferrari -, le lettere costituiscono un'eccezionale testimonianza documentaria dal punto di vista linguistico, confermano infatti l'uso del volgare parlato a Mantova già in quell'epoca. Sono dunque fonti preziose, sia per conoscere l'importanza della piazza mantovana nel fitto tessuto mercantile ed economico dell'Italia Settentrionale nella seconda metà del Duecento, sia da un punto di vista sociale, linguistico e culturale in generale».
Naturalmente le fonti documentarie hanno molto più valore se rimangono nel territorio dove furono prodotte. Per Mantova le 5 lettere sono importantissime, a Roma o a Milano o all’estero avrebbero solo un valore per i loro quasi otto secoli di vita, materia per collezionisti. «Se si potesse tenerle a Mantova - spiega Daniela Ferrari - sarebbero un patrimonio della collettività da mettere a disposizione di studiosi e ricercatori». Per questi motivi l'Archivio di Stato, insieme all'Associazione degli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, e ad altre Associazioni di volontariato, club di Service e privati, nonché alla Casa d'Aste Mossini di Mantova, intende promuovere una sottoscrizione per il loro acquisto e per far sì che un altro piccolo, ma prezioso, pezzo del nostro patrimonio rimanga nella nostra città.

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