L’emergere di un nuovo ruolo
dell’artista, intellettuale e non più solo manuale, fu una delle più
significative conquiste culturali dell’epoca moderna. La tradizione
medievale della bottega, fondata su una rigida gerarchia e sulla
trasmissione di competenze tecniche, fu infatti solida e perdurante.
A Firenze, capitale artistica del primo Rinascimento, la categoria
professionale dei pittori rimase per lungo tempo associata all’Arte dei
Medici e degli Speziali, mentre l’attività degli scultori e degli
architetti risultava inserita in quella dei Maestri di pietra e legname.
Ma l’avvento della nuova stagione umanistica portò a una diversa
considerazione dell’arte come prodotto del pensiero e dell’individualtà
del suo artefice: un cambiamento che non rimase circoscritto alla sfera
teorica, letteraria o filosofica, ma ebbe conseguenze dirette sulla
configurazione sociale dell’artista, pronto finalmente a combattere per
la propria dignità, e sul suo stesso modo di lavorare, ovvero di
dipingere.
Al tema, affascinante quanto complesso, è dedicato il libro "I Pittori fiorentini del Quattrocento e le loro botteghe. Da Lorenzo Monaco a Paolo Uccello", di Sergio Rossi, che verrà presentato giovedì 14 febbraio 2013, alle 17.30, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri
in Palazzo Firenze a Roma. Un testo a metà tra storia sociale e
fenomenologia dell’arte, che, partendo dall’analisi del contesto
storico, economico e sociale, passando per le pagine della trattatistica
coeva, arriva a rievocare le figure e l’opera dei protagonisti di
un’epoca, maggiori e minori, “restituendo il vero volto dell’arte
pittorica a Firenze nel XV secolo”.
Alla presentazione del libro
interverranno, oltre all’Autore, Claudio Crescentini, storico dell’arte
della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, Alessandro
Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Giovanni
Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, e
Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’Arte Moderna della
‘Sapienza’ Università di Roma.
Sergio Rossi si è laureato con Giulio
Carlo Argan presso l’Università di Roma “La Sapienza”, dove tutt’oggi,
ininterrottamente dal 1972, svolge attività di insegnamento e di
ricerca. Ha tenuto corsi di Storia della critica d’arte presso
l’Università della Tuscia di Viterbo, dal 1991 al 1998, e l’Università
“Ca’ Foscari” di Venezia, dal 1999 al 2002. I suoi studi sono rivolti
soprattutto a temi inerenti alle teorie artistiche e alla realtà sociale
italiana nel passaggio dal Medioevo all’età moderna; alla pittura del
Quattro e Cinquecento tra Roma e Firenze; alla pittura ed alle poetiche
del Seicento, con particolare riferimento a Caravaggio ed al
caravaggismo; alla produzione artistica legata ai Giubilei; al dibattito
critico contemporaneo, con specifico riguardo al tema della
salvaguardia del nostro patrimonio artistico.
Ha curato diverse mostre e nel 2006 ha
fatto parte del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del V Centenario
della nascita di Andrea Bregno. Nel 2011 è stato inserito nel direttivo
del Comitato Scientifico internazionale della rivista ACTA/ART, dedicata
agli studi di arte, architettura e cultura visiva dell'Età moderna.
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