Venerdì 23 settembre 2016 alle ore 17,30 nel Salone d'onore del Palazzo Ducale di Gubbio (PG) si terrà la presentazione del libro "Il Castello di Carbonana. Storia Archeologia Arte" a cura di Andrea Augenti e Sona Merli.
Interverranno:
Attilio Bartoli Langeli, già dell'Università di Padova
Jean-Claude Maire Vigueur, già dell'Università degli Studi Roma Tre
Erminia Irace, Università degli Studi di Perugia
Con l'occasione sarà possibile visitare il Palazzo Ducale.
Considerati a giusto
titolo come una delle eredità più importanti del Medioevo, i castelli sono
sempre più spesso oggetto di indagini che, condotte da studiosi appartenenti a
vari ambiti disciplinari, beneficiano del fondamentale apporto dell’archeologia
medievale e, più in particolare, dell’archeologia dell’architettura e
dell’archeologia della signoria di castello.
Un caso di studio
esemplare in tal senso è costituito dal castello di Carbonana, che, analizzato
con approccio multidisciplinare dal punto di vista materiale, documentario e
storico-artistico, si è rivelato un sorprendente luogo di incontro tra
macrostoria e microstoria.
Recentemente
restaurato, e dunque ancor meglio visibile percorrendo la strada di fondovalle
che da secoli collega la città di Gubbio a Umbertide e all’Alta Valle del
Tevere, il castrum Carbonane figurava
già nel 1192 nel privilegio pontificio con cui Celestino III confermava al
vescovo eugubino Bentivoglio il possesso di alcuni siti incastellati
strategicamente collocati a presidio del territorio diocesano. Con il venir
meno della signoria vescovile, ad avvicendarsi furono due importanti lignaggi
cittadini: i ben noti Gabrielli del ramo di Frontone e i Porcelli, di origine
fiorentina e di estrazione mercantile, impegnati in un percorso di
nobilitazione che avrà il suo coronamento tra Quattro e Cinquecento.
Agli inizi del XV
secolo, infatti, Giacomo de Porcellis prese
in moglie Checca della nobile stirpe degli Atti di Sassoferrato, la quale aveva
sposato in prime nozze un Gabrielli. E fu così che l’antico fortilizio
vescovile, entrato a far parte dei beni dei Porcelli grazie a una fortunata
alleanza matrimoniale e al termine di un aspro contenzioso avviato dalla ex
suocera di Checca, si tradusse ben presto in fondamentale strumento di
promozione sociale della stirpe.
Prova ne sia il fatto
che già dagli inizi del Cinquecento, forti dell’acquisizione del titolo
comitale, i Porcelli legarono indissolubilmente l’onomastica familiare al prestigioso
castello di famiglia, sul quale hanno lasciato
la loro inconfondibile impronta grazie anche alle modalità di autorappresentazione
proprie dell’araldica. Identificandosi infatti in modo totale ed esclusivo con
il castrum di cui furono proprietari
per oltre quattro secoli e sommando al proprio originario cognome il predicato territoriale de Carbonana, i nuovi signori del
castello, dopo una prima fase in cui nelle fonti risultano designati come de Porcellis de nobilibus de Carbonana, divennero
i conti di Carbonana o tout court i Carbonana.
Il
castello di Carbonana. Storia, archeologia, arte
A cura di Andrea Augenti e Sonia Merli
Firenze, all’Insegna del Giglio, 2016
pp. I-XX; 1-266; 12 tavole genealogiche; 64
immagini; 4 tavole illustrate realizzate da Giorgio Albertini.