sabato 30 marzo 2019

"Carnevale Medievale" a San Casciano (FI) la decima edizione

La poesia, la magia, l’immaginazione, intrecciate alla storia millenaria di San Casciano, sono pronte a diventare parola, a farsi movimento, a diffondere suoni e colori. La manifestazione più attesa dell’anno, il Carnevale Medievale, promosso dal Comune e dalle Contrade sancascianesi, si prepara ad incantare il paese e a farlo ‘perdere’ nel mare magnum della creatività, quello spazio infinito in cui i sancascianesi, riuniti nelle cinque contrade Gallo, Cavallo, Giglio, Leone e Torre, ancora una volta dimostreranno di essere abilissimi marinai.
Difficile resistere al canto della sirena, intonato per la decima edizione dalla spettacolare manifestazione che, sabato 30 e domenica 31 marzo 2019, a partire dalle ore 15, riempirà ogni angolo del centro storico di San Casciano, trascinando tutti nel proprio vortice temporale, un viaggio visivo e interiore, a ritroso nei secoli, a caccia di emozioni da scoprire e condividere. Anno Domini 1357, le mura di San Casciano tornano a vivere. E’ tempo di allontanare le accezioni più torbide e buie attribuite all’epoca dall’immaginario collettivo e proclamare uniti “Ad Novam Vitam”. Quest’anno il Carnevale Medievale raddoppia lo spettacolo che si ispira alla ricostruzione delle mura medievali, alla vita che torna nel primo nucleo di comunità sancascianese all’interno del castello, dopo l’assedio di Castruccio Castracani, il condottiero ghibellino al quale Machiavelli nel 1520 dedicò un’opera biografica.
“Quest’anno esalteremo il tratto distintivo che ha connotato il Carnevale nel corso dei dieci anni – dichiara l’assessore alle feste e alle tradizioni popolari Roberto Ciappi – un capolavoro collettivo, cresciuto di anno in anno nelle funzioni sociali e aggregative del fare comunità, la manifestazione ha permesso a generazioni diverse di unirsi, confrontarsi e lavorare per un obiettivo comune, rendere vitale e attrattivo il proprio paese con un evento che coinvolgesse direttamente i cittadini”. “E’ l’esperienza artistica e artigianale la vera anima del nostro Carnevale – aggiunge Marco Niccolini, presidente delle Contrade sancascianesi – che ha avuto il merito di rafforzare concretamente l’identità di San Casciano, in ogni storia rappresentata, e sono state decine negli anni, allestite con grande impegno e creatività dalle contrade, sono emersi attraverso il rovesciamento della realtà desideri, sogni, visioni del presente, la comunità si è raccontata sui carri, ha espresso se stessa nella spettacolarizzazione della cultura popolare legata alle radici del Medioevo”.

venerdì 29 marzo 2019

Ad Tartaros. Viaggio, crociata e missione nell’Oriente di Fra’ Giovanni da Pian di Carpine

In occasione del trentennale dalla pubblicazione dell’edizione critica dell’Historia Mongalorum di Fra’ Giovanni da Pian del Carpine per i tipi del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, il Comune di Magione, patria del missionario francescano, ha inteso ricordarne la figura e l’opera con un importante convegno di studi dal titolo “Ad Tartaros. Viaggio, crociata e missione nell’Oriente di Fra’ Giovanni da Pian di Carpine”. L’evento, previsto presso il Castello dei Cavalieri di Malta di Magione nei giorni di sabato 30 e domenica 31 marzo 2019, è finalizzato non solo a ripercorrere la vicenda biografica del personaggio, ma soprattutto a riflettere criticamente su alcuni aspetti centrali della sua storia e della sua epoca: dal tema della frontiera mobile alla geopolitica dell’Oriente Latino, dalle categorie del viaggio, della crociata e della missione nel basso Medioevo al ruolo dell’ordine francescano e degli ordini monastico-militari, dall’immaginario medievale intorno ai Mongoli alla fortuna letteraria dell’opera giovannea.
“Un convegno di studi – spiega Vanni Ruggeri, presidente del consiglio comunale con delega alla cultura del Comune di Magione che ne ha seguito l’organizzazione,  con relatori e studiosi provenienti da tutta Italia intende costituire occasione qualificante di riflessione storica e di confronto tra ricercatori impegnati su ambiti di studio diversi e spesso sfuggenti ad una visione d’insieme, ma soprattutto vuole offrire un momento di alta divulgazione per tutti su una figura fortemente identitaria e iconica per il nostro territorio, declinandone l’approccio su suggestioni e tematiche che, pur nel rigore dell’indagine storica, si prestano a domande di stringente attualità nel dibattito culturale: il tema della frontiera, la scoperta dell’altro, la dialettica Oriente/Occidente, il dilemma crociata/missione come opzione politica nel confronto fra diversi, oltre ovviamente la scoperta del ricco immaginario orientaleggiante che proprio sul lontano regno tartaro e sulla sua mitografia ha condizionato larga parte della cultura “pop” contemporanea e non solo. L’auspicio è quello di istituzionalizzare e rendere a cadenza annuale appuntamenti come questo, che si sono già rivelati estremamente fecondi di proficue collaborazioni con importanti istituzioni culturali a carattere nazionale, foriere di future progettualità di ampia portata”.
Il convegno si articolerà in tre distinte sessioni e prevede la partecipazione di 10 relatori tra accademici, docenti, studiosi e ricercatori di livello nazionale. Ad aprire i lavori, sabato 30 alle ore 16, dopo i saluti istituzionali di Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione; Vanni Ruggeri, Presidente del Consiglio comunale con delega alla cultura; Donatella Porzi, Presidente Assemblea legislativa Regione Umbria e Dianella Gambini, Prorettrice Università per Stranieri di Perugia, interverrà il Prof Enrico Menestò, Presidente del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, con una lectio magistralis dal titolo Giovanni di Pian di Carpine, un francescano alla corte del Gran Khan. A seguire sarà presentata, a cura di Patrizia Stoppacci (Università degli Studi di Perugia) la nuova edizione tascabile dell’Historia Mongalorum di Fra’ Giovanni, con la traduzione italiana del testo alleggerito dell’imponente apparato critico dell’edizione maggiore del 1989. Un’importante scelta editoriale per rendere accessibile al vasto pubblico il dettato di un testo di capitale importanza, precursore del più celebre Milione di Marco Polo.
I lavori riprendono domenica mattina a partire dalle ore 10.00 con una serie di interventi focalizzati sul ruolo dell’ordine francescano e della figura di Fra Giovanni, in particolare nel contesto geopolitico dell’Oriente medievale del tempo: Stefano Brufani (Università degli Studi di Perugia) I frati minori: dalla itineranza alla mobilità; Luigi Russo (Università Europea di Roma) I Mongoli e la Terrasanta latina. Il contesto geopolitico degli sforzi diplomatici di Giovanni da Pian di Carpine; Antonio Musarra (Università degli Studi di Firenze) I frati minori e la Terrasanta nel XIII secolo: tra crociata e missione; Jacopo Mordenti (Storico del Medioevo) Gli ordini monastico-militari: un Oriente latino altro?.
La sessione pomeridiana di domenica 31, ore 15.30, è infine dedicata al portato culturale dell’opera letteraria di Fra’ Giovanni e alla “mediazione” culturale occidentale nei confronti dell’Oriente, nel passato come oggi, e si articolerà in due interessanti relazioni di Duccio Balestracci (Università degli Studi di Siena) Brutti, sporchi e (a volte) cattivi. L’Oriente medievale tra missione e proto-etnologia; e di Anna Putton (Storica del Medioevo) Le feste alla corte del Gran Khan, viste attraverso gli occhi dei viaggiatori occidentali del XIII secolo. A chiudere i lavori, una stimolante Tavola rotonda che si incarica di riflettere sulle declinazioni massmediatiche del fenomeno, sul tema Medievalismo e Orientalismo nella cultura popolare contemporanea, animata da tre giovani studiosi: Riccardo Facchini e Davide Iacono (collaboratori di Medioevo e creatori/curatori di MediaEvi) e Cristiano Saccoccia (Storico del Medioevo).
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giovedì 28 marzo 2019

Il Paesaggio di Leonardo. Un fiume, l’Arno e l’identità di un territorio

Rientra nel ricco programma degli eventi e delle iniziative previsti a Cerreto Guidi per Leonardo 2019, la conferenza fissata per venerdì 29 marzo 2019, con inizio alle ore 21.15 presso la Palazzina dei Cacciatori, in Via Santi Saccenti, a Cerreto Guidi (FI).
La conferenza su “Il Paesaggio di Leonardo. Un fiume, l’Arno e l’identità di un territorio” sarà tenuta dal Professor Andrea Vanni Desideri che fa parte del Comitato scientifico per Leonardo 2019.
Andrea Vanni Desideri, archeologo, ha collaborato con molte Soprintendenze, Università italiane e istituzioni straniere tra cui il Petra Archaeological Park, lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, la University of Pittsburg e la Conservation du Patrimoine de Savoie; dal 1986, anno della sua fondazione, è membro della missione archeologica dell’Università di Firenze nell’area di Petra (Giordania).
È stato professore a contratto di Archeologia Medievale all’Università di Firenze e attualmente insegna Storia degli insediamenti e dei sistemi abitativi nella Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici della stessa Università.
È direttore dei Musei civici di Fucecchio, Castelfranco e San Miniato, presidente dell’Associazione dei Musei Archeologici della Toscana e consigliere della Fondazione Montanelli-Bassi.
La conferenza del Prof. Andrea Vanni Desideri sarà preceduta dal saluto del Sindaco di Cerreto Guidi Simona Rossetti.

martedì 26 marzo 2019

Piazza Imperiale di Faenza nell'età di Carlo II Manfredi

Giovedì 28 marzo 2019, alle ore 18.00, nella Pinacoteca comunale di Faenza (via Santa Maria dell'Angelo 9) si terrà una conferenza sulla "Piazza Imperiale di Faenza nell'età di Carlo II Manfredi", organizzata dall'associazione Amici dell'Arte di Faenza.
Il relatore, Daniele Pascale Guidotti Magnani, descriverà la trasformazione urbana rinascimentale che portò nella piazza faentina le caratteristiche principali visibili ancora oggi, ovvero il portico a due livelli e la Basilica Cattedrale dai caratteri fiorentini.
Tra il 1468 e il 1477 il signore di Faenza Carlo II Manfredi avviò infatti, d'accordo con il fratello, il vescovo Federico, un profondo rinnovamento urbano della città.
La prima opera realizzata fu il portico a due livelli che dotò di una nuova facciata il suo palazzo di residenza (oggi sede del Palazzo comunale), di origini medievali.
Questa architettura sarebbe stata il preludio di un riordino generale della piazza principale della città, probabilmente allo scopo di ricreare un foro all'antica, come prescritto dai trattati di Vitruvio e di Alberti. L'aspetto originale del loggiato rinascimentale, desumibile da documentazione archivistica e iconografica, permette di attribuirlo con una certa probabilità a Giuliano da Maiano.
Oltre alla piazza, Carlo II Manfredi riformò profondamente il tessuto urbano, demolendo molti portici lignei di origine medievale, rettificando le principali strade, completando la cerchia muraria. Federico Manfredi, nel 1474, diede inizio alla fabbrica della Cattedrale, ricostruita dalle fondamenta su progetto dello stesso Giuliano da Maiano. L'architettura della chiesa ha uno stile largamente debitore all'architettura sacra di Brunelleschi, ma con significative differenze (come la navata definita da un'alternanza tra pilastri e colonne, o la copertura composta da volte a vela). L'abside della cattedrale, estranea al progetto maianesco, fu realizzata nel 1491-‘92 e mostra alcuni dettagli riconducibili alla coeva architettura di Bramante.
A Faenza si realizza così in un periodo di tempo brevissimo una profonda trasformazione del volto della città: loggiato, riforma della piazza, riordino delle strade, una nuova cattedrale. Tutto contribuisce a dare lustro ai Manfredi e a fare di Faenza una città moderna, in cui si mettono in pratica, forse per la prima volta nell'Italia settentrionale, i dettami di Vitruvio e di Alberti.
La conclusione dello studio di Daniele Pascale Guidotti Magnani dedicato alla Faenza del Rinascimento, e in particolare ai progetti e alle strategie di rinnovamento urbano nell'età di Carlo II Manfredi (1468-77), è che fondamentali per determinare l'operato dei due fratelli furono di sicuro le idee che ormai da qualche decennio circolavano per le corti italiane, per merito soprattutto di Alberti. Queste idee "propugnavano l'ordine e il decoro urbano come primo veicolo della volontà di rappresentazione personale del principe e della città".
Loggiati nella piazza, rettificazione delle strade principali, abbattimento dei portici, una nuova grandiosa cattedrale, rinnovamenti di chiese e palazzi privati, "tutto – conclude lo studio di Daniele Pascale Guidotti Magnani – doveva contribuire a dimostrare che Faenza era una città aggiornata, moderna, ordinata, e che i suoi reggitori avevano una cultura antiquaria di primo livello, tale da metterli alla pari (almeno nelle intenzioni) con i maggiori potentati italiani".

lunedì 25 marzo 2019

Cristiani e spazi sacri: santuari e pellegrinaggi in Puglia fra tarda antichità e medioevo

Nell’ambito dei “Mercoledì del MArTA”, mercoledì 27 marzo 2019 alle h. 18:00, presso la Sala Incontri del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, si terrà la conferenza dal titolo “Cristiani e spazi sacri: santuari e pellegrinaggi in Puglia fra tarda antichità e medioevo”, a cura della prof.ssa Laura Carnevale (Università degli Studi di Bari Aldo Moro).
Il rapporto fra uomo e spazio, e in particolare fra homo religiosus e spazio sacro (un processo anche descritto come “spazializzazione del sacro”), è tema cruciale di riflessione non solo per storici e antropologi ma anche, in anni più recenti, per specialisti di cognitive studies. Una tipologia rilevante di spazio sacro, comune a tutti i sistemi religiosi, è il santuario, in quanto contrassegnato da un surplus di sacralità percepita dai fedeli, che vi affluiscono in pellegrinaggio per ragioni di devozione. La ricerca sui santuari si lega dunque all’indagine sui pellegrinaggi e allo studio dei culti, considerati nel loro incarnarsi nel vissuto e nelle menti dei fedeli e contestualizzati nei singoli sistemi culturali, in una dinamica esperienziale della quale si è chiamati a tenere conto.
Il tessuto di santuari cristiani che innerva la Puglia testimonia il dinamismo di un territorio apparentemente “periferico” – in realtà cerniera fra Oriente e Occidente – le cui prerogative e il cui paesaggio hanno contribuito a plasmare l’identità degli abitanti, intrecciandosi con la storia sociale, politica e religiosa e producendo una realtà complessa che esprime e intercetta, sin da epoca tardoantica e fino a oggi, la storia e le caratteristiche di quanti lo hanno abitato e lo hanno attraversato.
Tali fattori, inoltre, hanno attivato nel tempo processi di trasformazione degli spazi e dei luoghi, in transizione da una sacralità percepita come meramente “naturale” a una sacralità “culturale”, intercettata e rimaneggiata dall’uomo. Su alcuni di questi aspetti si soffermerà la conversazione, con un focus particolare – ma non esclusivo – sul case study del promontorio garganico.
L’ingresso alla conferenza sarà gratuito.

sabato 23 marzo 2019

Capodanno Pisano 2020

Un intero fine settimana di eventi e iniziative al via sabato 23 marzo 2019 per celebrare il Capodanno Pisano, tradizione storica che affonda le radici nel Medioevo che fa coincidere l’inizio del nuovo anno con l’Annunciazione a Maria Vergine dell’Incarnazione di Gesù.
Il programma, promosso dal Comune di Pisa in collaborazione con le associazioni cittadine, prevede sabato alle ore 11.00 la presentazione dei nuovi costumi del Gioco del Ponte (Palazzo Gambacorti, sala Baleari); alle ore 16.00 il professor Pietro Finelli guiderà una visita alla Domus Mazziniana (via Mazzini 71), a cura dell’Accademia dei Disuniti mentre alle ore 17.00 la professoressa Alma Poloni del Dipartimento di Storia dell’Università di Pisa terrà in sala Regia di Palazzo Gambacorti la una conferenza su “Pisa nel Trecento. Una città in crisi”, a cura del circolo culturale Rustichello.
Sempre nel pomeriggio, al Giardino Scotto è previsto l’evento “Uno die in stile pisano”, con dimostrazioni di tiro con la balestra, tiro con l’arco, mazza scudo e scherma medievale. Nel dettaglio il programma prevede alle 15.45 la “partenza della masnada” che dalla Fortezza Sangallo percorrerà via Sangallo, piazza Toniolo, via Giusti, via di Fortezza. Alle ore 16.00 “l’attacco alla Fortezza”, con la ricostruzione dimostrativa di un assalto di truppe alla porta di accesso di una fortezza; a seguire la “conquista del maniero” con le porte che si spalancano e le schiere prendono possesso della fortezza, “l’acquartieramento, con la proposizione di uno spaccato di accampamento medievale; la presentazione delle schiere e la “ad captandam benevolentiam” con Messer Lurinetto ad iniziar la festa. Poi, il “tirar con la balestra”, dimostrazione a squadre fra i balestrieri di Pisa e di Volterra, “l’intermezzo dello joculator latino” e “alla corte dello signore”, con dimostrazione di danza medievale; “improvvisazioni in rima” dello sputafuoco verbale; “alla lizza”, dimostrazione dell’ antico gioco del mazza scudo; “lo giullare”, acrobazie di doppi sensi; “tirar con l’arco”, dimostrazione spettacolo di arcieri medievali; “stroncapettini”, intermezzo in equilibrio fra quello che si può e che non si può dire; “ad usum domini”, dimostrazione di danza rinascimentale;, “lo cantastorie”, “tiro al corniolo”, dimostrazione di tiri singoli con balestre da banco, “intermezzo” in rime ardenti; “maneggiar di spada”, dimostrazione di scherma medievale con duelli e scontri fra uomini d’arme. Infine, “al calar delle ombre” Messer Lurinetto commiata “ad perpetuam memoriam” e alle ore 18.30 il saluto che un nuovo giorno possa sorgere “ad maiorem pisae gloriam”.
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venerdì 22 marzo 2019

Giornate FAI di Primavera 2019

Ogni anno, dal 1993, il primo weekend di Primavera i volontari del FAI organizzano una manifestazione nazionale dedicata alla riscoperta del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro Paese.
Una grande festa dei Beni Culturali aperta a tutti e alla quale in 26 anni di storia hanno partecipato più di 10 milioni di Italiani che hanno avuto l'opportunità di visitare oltre 12.000 luoghi spesso inaccessibili ed eccezionalmente visitabili in più di 5.000 città di tutta Italia.
In occasione delle Giornate FAI di Primavera, la scoperta di un luogo speciale dell'immenso patrimonio paesaggistico italiano non è solo un'esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un'occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi, provenienza diversi unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali del proprio territorio. Luoghi di cui tornare a fruire come visitatori e sui quali accendere i riflettori affinché possano essere tutelati e valorizzati.
Le Giornate FAI di Primavera coinvolgono ogni anno oltre 40.000 Apprendisti Ciceroni©, studenti delle scuole secondarie di I e II grado che accompagnano nelle visite dei luoghi aperti. Educare al valore del patrimonio d'arte e natura attraverso una formula di partecipazione attiva alla sua cura è certamente uno dei modi più efficaci per risvegliare il proprio impegno civile.
Partecipare alle Giornate FAI di Primavera significa fare un gesto concreto a tutela del patrimonio d'arte e natura. A fronte di ogni visita effettuata i nostri volontari chiedono un contributo facoltativo - a partire da 2, 3 o 5€ - a sostegno di quella missione in cui il FAI si impegna da oltre 40 anni: la cura, la tutela e la valorizzazione dei luoghi e delle storie che rendono unico il nostro Paese. Puoi di rendere ancora più significativo il tuo sostegno iscrivendoti al FAI in tutti i luoghi aperti durante l'evento: potrai entrare in alcune aperture esclusive e avrai diritto all'accesso prioritario in tutti i luoghi aperti.

lunedì 18 marzo 2019

I luoghi di Marco Rustici orafo del Rinascimento

"Firenze 1450 - Firenze oggi. I I luoghi di Marco Rustici orafo del Rinascimento" in questo libro, edito dalla Casa editrice Olschki, si riscopre il cuore antico di Firenze grazie a un testimone speciale: l'orafo Marco Rustici (1392/3-1457), autore di uno straordinario Codice, in cui è protagonista la città com'era attorno al 1450. I suoi disegni acquerellati sono qui messi a confronto con le grandi chiese esistenti, ma anche coi luoghi e i resti delle altre chiese e chiesette scomparse. La stupefacente sequenza di somiglianze e differenze racchiude l'identità profonda di Firenze: una città ricca di memoria, capace di cambiare restando se stessa.
Il volume, realizzato in stretta collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, sarà presentato lunedì 18 marzo 2019, alle ore 17.00 a Villa Bardini Firenze (Costa San Giorgio, 2). Interverranno: Umberto Tombari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze; Jacopo Speranza, Presidente della Fondazione Bardini Peyron, e le autrici del volume Cristina Acidini ed Elena Gurrieri.
Con questo libro in mano si riscopre il cuore antico di Firenze in compagnia di un testimone d’eccezione: Marco di Bartolomeo Rustici (1392/3- 1457) orafo e umanista, autore di uno straordinario Codice che da lui prende il nome, e che descrive e ritrae luoghi religiosi e civili disseminati nel centro storico, com’erano attorno al 1450. La Firenze d’allora conservava il proprio tessuto urbano medievale, ma lo arricchiva con i grandiosi monumenti del Rinascimento, progettati da Filippo Brunelleschi e da altri celebri architetti al servizio di potenti istituzioni. Lungo questo itinerario molto speciale e personale s’incontrano i massimi templi cristiani, come il Battistero e il Duomo, ma anche le antichissime chiese e chiesette scomparse con le demolizioni ottocentesche. Gli accurati disegni acquerellati di Rustici sono qui messi a confronto con gli edifici (o i luoghi) come si presentano oggi, in una stupefacente sequenza di somiglianze e di differenze, che racchiude l’identità profonda di Firenze: una città tenacemente consapevole della propria memoria, che cambia restando, tuttavia, sempre se stessa.

domenica 17 marzo 2019

"Una rivoluzione medievale: la ridefinizione dei diritti e dei poteri patrimoniali delle donne (secc. XII-XV)"

Il ciclo di incontri dedicato al genere dal titolo “Storia delle Donne, storia di genere” del Dipartimento di Studi Linguisti e Culturali, nato su proposta dei rappresentanti degli studenti del dipartimento, prosegue con il secondo appuntamento che sarà dedicato a “Una rivoluzione medievale: la ridefinizione dei diritti e dei poteri patrimoniali delle donne (secc. XII-XV)”.
L’incontro, gratuito ed aperto al pubblico, si terrà martedì 19 marzo 2019 alle ore 14.00 presso il Dipartimento di Studi Linguisti e Culturali (Largo S. Eufemia, 19) a Modena e vedrà in qualità di relatrice la prof.ssa Isabelle Chabot dell’Università di Padova.
“La dote medievale è probabilmente l’istituto giuridico che più ha “fatto” le italiane, alcuni secoli prima che l’Italia stessa si facesse. Dal nord al sud della Penisola, – afferma Isabelle Chabot dell’Università di Padova –  la dote si è imposta sia come condizione indispensabile a ogni matrimonio legittimo, sia come mezzo di esclusione delle figlie dalla successione ereditaria. Questo processo di ‘unificazione’, avviatosi rapidamente alla metà del XII secolo, ha tuttavia necessitato di molto tempo e la permanenza della dote, addirittura al di là dell’instaurarsi – seppure temporaneamente – del Codice napoleonico e successivamente del Codice civile dell’Italia unita (codice Pisanelli, 1865), mostra bene la sua grande capacità di resistenza. La dote medievale è indubbiamente una costruzione giuridica rivoluzionaria, nel senso che nei paesi di diritto scritto dove irrompe, nei decenni centrali del XII secolo, travolge il diritto antico per trasformare in profondità e in poco tempo le forme del matrimonio e della successione. Eppure, la dote è lungi dall’avere la stessa morfologia ovunque e la sua elaborazione come la sua diffusione hanno impiegato secoli. Per la sua varietà, la sua complessità e la sua longevità, la dote – ma sarebbe meglio parlare di sistemi dotali – è un oggetto che merita di essere analizzato nel tempo e nello spazio”.
Isabelle Chabot insegna Storia medievale presso l’Università di Padova. È stata fellow di Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies e fa parte dell’International Network Gender Difference in the History of European Legal cultures. Dal 2012 al 2016 è stata presidente della Società Italiana delle Storiche, di cui è anche socia fondatrice. Tra le sue pubblicazioni, La dette des familles. Femmes, lignage et patrimoine à Florence aux XIV et XV siècle, Roma, École française de Rome, 2011. Ha curato tra l’altro con Anna Bellavitis, La justice des familles. Autour de la transmission des biens, des savoirs et des pouvoirs (Europe, Nouveau Monde, XIIXIX siècles), Roma, École française de Rome, 2011.
Per il programma completo sul ciclo di incontri che si concluderà il 2 maggio, consultare il sito www.dslc.unimore.it.

sabato 16 marzo 2019

Per una storia di San Giovanni in Venere e del Mezzogiorno adriatico

Sabato 16 e domenica 17 marzo 2019 a Fossacesia, al Palazzo dei Priori, si terrà il convegno di studi su “Letteratura erudita, fonti e documenti d'archivio. Per una storia di San Giovanni in Venere e del Mezzogiorno adriatico” organizzato dall'associazione culturale MeCA (Mezzogiorno Cultura Arte).
MeCA nasce nel 2014 dall'iniziativa di tre giovani storiche dell’arte, con l'intento di valorizzare il patrimonio storico e artistico del Meridione italiano, attraverso l'organizzazione di convegni e seminari. Dopo aver organizzato un convegno di studi dedicato alla città di Conversano (BA) e un altro sulle diocesi dell'Italia meridionale nel Medioevo a Benevento, questa volta l'attenzione è dedicata all'abbazia di San Giovanni in Venere in Abruzzo.
Al convegno parteciperanno funzionari della Soprintendenza d’Abruzzo, funzionari degli Archivi di Stato di Roma, docenti universitari e giovani studiosi. La partecipazione è aperta a tutti.
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venerdì 15 marzo 2019

Scicli. Cultura e società tra medioevo ed età moderna

L'Ente Liceo Convitto di Modica (RG) vi invita a partecipare al quarto incontro di "Percorsi di Archeologia Iblea" che si terrà venerdì 15 marzo 2019 alle ore 17.30 dal titolo "Scicli. Cultura e società tra medioevo ed età moderna attraverso la lettura dei materiali del Carmine e di San Marco" a cura di Salvina Fiorilla.
Ingresso gratuito.
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giovedì 14 marzo 2019

"Gregorio VII" presentazione a Milano

Sabato 16 marzo 2019 alle ore 16,00 l’Associazione Italia Medievale e Archeobooks sono lieti di invitarvi nella Sala Conferenze del Civico Museo Archeologico di Milano (Ingresso da Via Nirone, 7) per la presentazione del saggio “Gregorio VII” di Glauco Maria Cantarella (Salerno Editrice, 2018). Interviene l’autore. Ingresso libero.
Gregorio VII è tra le figure di spicco del Medioevo. Fu Papa dal 1073 al 1085: un decennio noto come età gregoriana, età di guerre, scomuniche e riforme. Il suo pontificato mutò profondamente i rapporti tra Papato e Impero, attraverso il Dictatus papae Gregorio rivendicò la superiorità del potere spirituale su quello temporale.
Fu un riformatore, forse un eversivo, sicuramente in lui e attraverso di lui presero corpo processi che avrebbero condotto la cristianità o l’Europa alle origini della modernità. Fu in lotta con il Sacro Romano Impero per le investiture, con i vescovi per debellare la piaga della simonia dalla Chiesa, con il proprio tempo per affermare l’egemonia di un potere che volle al di sopra di ogni forza terrena, sottoposto soltanto al dominio celeste dell’altissimo di cui si sentì il vicario, fino a pagarne il prezzo.
Sulla sua tomba, presso la Cattedrale di Salerno, è scritto: “ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità: perciò muoio in esilio“.
Glauco Maria Cantarella è storico del medioevo, ha insegnato Storia medievale, Storia dell’Europa medievale e Istituzioni politiche medievali all’Università di Bologna. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo, Manuale della fine del mondo. Il travaglio dell’Europa medievale (2015), Imprevisti e altre catastrofi (2017).

mercoledì 13 marzo 2019

"Memorie di una città nascente. Corigliano Rossano”

Giovedì 14 marzo 2019 alle ore 17.30,presso la Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, a Corigliano-Rossano, si terrà la conferenza di presentazione del volume collettaneo pubblicato dalla Ferrari Editore, “Memorie di una città nascente. Corigliano Rossano”, a cura di Fausto Cozzetto, storico e docente dell’Università della Calabria, tra i principali esperti italiani di storia medievale e moderna.
Il programma prevede la partecipazione del curatore che presenterà i caratteri storico-artistico-culturali dell’opera, di Settimio Ferrari, amministratore della Ferrari Editore e degli autori che hanno redatto i saggi. La prolusione introduttiva sarà tenuta dal commissario prefettizio di Corigliano-Rossano Domenico Bagnato.
Le conclusioni saranno affidate all’arcivescovo di Rossano-Cariati mons. Giuseppe Satriano. Saranno presentate le ricerche e le riflessione sulla storia e sulla geografia di Corigliano-Rossano, città nata al termine di un percorso di accorpamento tra due importanti centri urbani della Calabria. Gli studiosi che, attraverso i loro contributi critici, hanno affrontato l’argomento da ottiche diverse sono: Giuseppe Amarelli, Antonio Aprelino, Franco Emilio Carlino, Crescenzo Di Martino, Delia Dattilo, Francesco Filareto, Giulio Iudicissa, Francesco Joele Pace, Salvatore Martino, Tullio Masneri, Gennaro Mercogliano, Giovanni Morello, Mario Sapia, Rossana Sicilia, Giuseppe Zumpano. La conferenza sarà il punto di partenza di un ciclo di appuntamenti culturali nei quali i diversi autori si succederanno, per proporre al pubblico le tematiche trattate nel volume.

martedì 12 marzo 2019

“La ‘Passio’ di san Donato vescovo di Arezzo”

Saranno Francesco Santi e Francesco Stella, docenti presso le Università di Cassino e di Siena, a presentare martedì 12 marzo 2019, alle ore 17,30, nell’Auditorium Ducci di via Cesalpino, il libro “La ‘Passio’ di san Donato vescovo di Arezzo”, a cura di Pierluigi Licciardello. Il volume è stato recentemente pubblicato da Sismel − Edizioni del Galluzzo di Firenze, nella collana “Edizione nazionale dei testi mediolatini d’Italia”. L’evento, organizzato dal Comune di Arezzo e dalla Società Storica Aretina, in collaborazione con la Fraternita dei Laici, vedrà la presenza del curatore e sarà coordinato da Luca Berti.
Il volume contiene l’edizione critica, la traduzione e il commento del testo agiografico dedicato a san Donato. Di origine altomedievale, la ‘passio’ ha goduto di ampia fortuna in Italia e Oltralpe ed è stata oggetto di una complessa tradizione fatta di scritture, riscritture e contaminazioni che attraversano tutto il medioevo. Il testo presenta anche un notevole interesse dal punto di vista storico e linguistico.
Pierluigi Licciardello, nato ad Arezzo nel 1974, è dottore di ricerca in Agiografia e in Storia medievale. Insegnante di materie letterarie al Liceo Classico “F. Petrarca”, si è occupato di letteratura latina medievale e di storia religiosa del medioevo, con particolare attenzione ad Arezzo e ad altre città dell’Italia centrale. Ha studiato in particolare il culto dei santi e la vita religiosa ad Arezzo, Siena, Cortona e Sansepolcro, la letteratura agiografica dell’Italia centrale, la tradizione liturgica e normativa di Camaldoli e di Fonte Avellana.
“La ‘Passio’ di san Donato” consta di 370 pagine ed è corredata da tredici immagini a colori fuori testo, un appendice documentaria e diversi indici. Il volume, rilegato, con sovraccoperta a colori, ha un prezzo di copertina di 70,00 euro, ma in occasione della presentazione sarà distribuito ad un prezzo promozionale.
Per tutte le informazioni clicca qui !

sabato 9 marzo 2019

Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali 2019

Da domenica 10 marzo 2019, ben 19 località fra manieri e siti pubblici e privati di interesse storico artistico aprono le porte in contemporanea per 7 appuntamenti fino al 2 giugno, con visite guidate ed eventi, all’insegna dell’epoca medievale.
Tornano anche per questa primavera le attesissime giornate di apertura del circuito di castelli, palazzi e borghi medievali che ad ogni edizione crescono sia per numero di realtà aderenti sia per numero di visitatori: oltre 22 mila i visitatori delle Giornate di apertura nel 2018, mentre il numero di castelli e borghi aderenti è giunto quest’anno a 19, sparsi nella pianura bergamasca, nel cremasco e nella confinante area milanese. Un territorio che nel Medioevo rappresentava un importante confine, in particolare tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, che oggi ci ha lasciato importanti eredità in termini architettonici e di fortificazioni, unitamente a preziose testimonianze storico artistiche.
Immersi nella pianura si potranno scoprire luoghi di solito non fruibili, imponenti e suggestive dimore di grandi condottieri, luoghi di battaglie e leggende, come pure tanti piccoli scorci di borghi spesso ai margini dei circuiti turistici. In ogni località si potranno effettuare visite guidate e partecipare ai numerosi eventi che i comuni organizzano in concomitanza della giornate di apertura.
Molto apprezzata dal pubblico anche la formula proposta, vincente per semplicità e autonomia organizzativa: i visitatori possono liberamente scegliere quali e quante realtà visitare sulla base degli orari di apertura di ciascuna località, sempre consultabili e aggiornati sul sito del Tourist Infopoint Martinengo: www.bassabergamascaorientale.it
Sul sito web saranno consultabili anche tutte le specifiche storico artistiche delle realtà visitabili, mentre ad ogni visitatore verrà fornita una mappa geografica aggiornata con 19 località illustrate, in lingua italiana e in lingua inglese. In aggiunta è in corso di elaborazione una nuova pubblicazione, una miniguida di 52 pagine con descrizione e immagini di tutti i borghi, palazzi e manieri aderenti. Un ulteriore servizio per soddisfare visitatori sempre più numerosi e affezionati, che chiedono di approfondire e scoprire questo territorio rimasto finora ai margini quanto a destinazione turistica.

martedì 5 marzo 2019

"Irene, Imperatore di Bisanzio" a Mestre

Per il ciclo di incontri culturali, in occasione della festa della donna la libreria La bottega di Manuzio organizza un incontro con Nicola Bergamo, autore del libro “Irene, imperatore di Bisanzio” (Jouvence 2015), per raccontare la figura di Irene di Bisanzio, unica donna ad assumere il titolo di “imperatore e autocrate dei Romani”. L’incontro è in programma venerdì 8 marzo 2019, dalle ore 18.30, presso la libreria in via Gerlin 5 a Mestre. Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili (massimo 20).
Informazioni info@labottegadimanuzio.com | 347 3386715.
Irene di Bisanzio è conosciuta soprattutto per aver sconfitto l’iconoclastia, riportando la Chiesa d’Oriente in comunione con tutte le altre. Per questo venne proclamata Santa e ricordata come colei che salvò l’unità del mondo cristiano. Forse non tutti sanno però che Irene fu anche e principalmente una donna di governo e di guerra, che non esitò a uccidere il figlio e altri nemici politici per perseguire quello che riteneva essere il bene dell’Impero. Una donna di potere e di fede che può essere compresa a fondo solo prescindendo dalla mentalità moderna e cercando di interpretare lucidamente una società estinta, quale quella bizantina.
Nicola Bergamo nasce a Venezia nel 1977, si laurea con il massimo dei voti (e lode) presso l’Università di Venezia con una tesi sull’esercito esarcale. Successivamente si trasferisce a Belfast dove ottiene un MA in Byzantine Studies and Modern Greek con encomio. Vince una borsa di studio presso la Notre Dame University (USA) dove lavora come junior research nel 2009. Nel 2011 viene accolto come studente dottorale presso l’EHESS di Parigi con una tesi sul gioco a Bisanzio. È stato visiting fellow presso la Fordham University da ottobre a dicembre 2014.
Ha pubblicato: Costantino V. Imperatore di Bisanzio (Il Cerchio, 2007), I Longobardi. Dalle origini mitiche alla caduta del regno in Italia (Libreria Editrice Goriziana, 2012), Venezia bizantina. Dal mito della fondazione al 1082 (Helvetia 2018), Carlo Zen. L’eroe di Chioggia (Graphe.it 2018) oltre a diversi articoli di carattere scientifico. Ha partecipato come relatore a vari convegni nazionali e internazionali. È direttore scientifico della rivista internazionale di studi bizantini on-line Porphyra.

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lunedì 4 marzo 2019

Il Fondo Private, ovvero documenti del monastero di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso (secc. XI-XV)

Un salto nel passato glorioso lucano, di quando la Basilicata era al centro di avvenimenti storici e sociali di ampia portata internazionale, con uno sguardo verso l’oriente di Costantinopoli e altro verso il nord dell’Impero e quell'ambito Mediterraneo, culla di civiltà. Troppo spesso si utilizza, anzi è di moda utilizzare il termine “Medioevo”, per stigmatizzare certi comportamenti retrogradi o oscurantisti, si dovrebbe studiare meglio questo lungo periodo, che per quanto la Basilicata, fu al contrario fulgido dall’arrivo degli Altavilla, alla corte angioina a Lagopesole o le vicende successive degli eredi di Carlo I e tanto altro. Per noi lucani è l’era delle grandi costruzioni, sia castellari che di abbazie e monasteri, che tanto ci raccontano della nostra storia, del paesaggio che cambia, delle vicende politiche e sociali. Mosaici di eventi ricostruiti nelle recenti ricerche, partendo dalle fonti, e studiando le fonti, spesso manipolate per “giochi di potere o di mantenimento di potere o priviliegi”, perché la ricerca non finisce mai, come ha fatto la brillante storica Donatella Gerardi nel suo poderoso studio “Il Fondo Private, ovvero documenti del monastero di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso (secc. XI-XV)”, fondazione monastica benedettina che vide la luce durante le prime fasi della conquista normanna dell’Italia meridionale e che ha attraversato i secoli del Pieno e del Basso Medioevo, accreditandosi come la più potente istituzione monastica della Basilicata sud-orientale.
Il saggio sarà presentato mercoledì 6 marzo 2019 alle ore 17,00 nel chiostro del Palazzo di Città di Avigliano (PZ) – la professoressa Gerardi è originaria del paese gianturchiano – con Katia Mancusi, vicepresidente del Centro Studi Politeia, che prevede i saluti del sindaco di Avigliano Vito Summa e di Vincenzo Zito, sindaco di Montescaglioso, la relazione introduttiva del professor Francesco Panarelli, ordinario di storia medievale presso l’Unibas, gli interventi del professor. Alessandro Di Muro, ricercatore di storia medievale presso l’Unibase e dell'autrice del saggio professoressa Gerardi.
Si tratta di un poderoso studio in due sezioni: la prima (Documenti del Fondo Fortunato) costituisce la seconda parte del Codice Diplomatico di Matera, la cui pubblicazione si è inaugurata nel 2008 con l’edizione del Fondo Annunziata, a cura di Francesco Panarelli. I 107 documenti di cui si propone l’edizione afferiscono il fondo Private, una delle articolazioni del corpus diplomatico Pergamene di Matera, versato al Grande Archivio di Napoli e pervenuto in trascrizione grazie alle copie semplici redatte agli inizi del Novecento per l’iniziativa di Giustino Fortunato.
Sotto il titolo Private sono compresi documenti concernenti il monastero di S. Michele Arcangelo di Montescaglioso, dati e rogati tra il 1082 e il 1755, dalla fondazione attribuibile a Umfredo all’’anno 1484, che coincise con la rinascita dell’ormai morente abbazia in virtù dell’aggregazione alla congrega di S. Giustina da Padova, che di fatto significò per il monastero l’inizio di una nuova storia Da rimarcare che attualmente la più completa ricostruzione storiografica sulla storia del monastero di S. Michele di Montescaglioso è la monografia pubblicata a Napoli nel 1746 da padre Serafino Tansi da Matera, il quale – essendo stato abate del cenobio per due volte – poté avvalersi, per compilare la propria opera, della documentazione conservata nell’archivio monastico, di cui redasse una silloge per il Mabillon.

sabato 2 marzo 2019

Carnevale Medievale a Castell'Arquato (PC)

Sabato 2 marzo 2019 a Castell'Arquato dalle ore 17,300 Il Carnevale Medievale.
La visita guidata alla Rocca Viscontea si arricchisce di curiosità storiche sulla festa di Carnevale.
Il termine Carnevale deriverebbe dal latino "carnem levare" ovvero “togliere la carne”, e indicava il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, prima del periodo di quaresima, tempo di digiuno e purificazione in attesa della Pasqua.
Nell’antica Roma però si celebrava in quel periodo la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Dai Saturnalia alle Feste dei Pazzi dove l'ordine e le classi sociali venivano per un giorno sovvertiti, una piccola storia della festa più allegra dell'anno.

L'uomo medievale partecipava a due mondi diversi, ma non per questo inconciliabili: vi era una dimensione "normale" nella quale era sottoposto a determinate regole e valori mentre, in alcuni momenti particolari, partecipava a celebrazioni di tipo carnevalesco, che a volte duravano anche intere settimane, nelle quali veniva ribaltata la realtà canonica e si viveva in un "mondo alla rovescia".
In queste circostanze vi era l'abolizione di tutti i rapporti gerarchici e si costituiva un nuovo rapporto tra gli uomini, con l'elezione di re e regine della festa. Non si trattava solo di spettacolo, ma di riflessione sulla realtà, sotto la veste speciale del gioco e della beffa. Scoprite di più sull'origine del Carnevale nella nostra visita guidataA seguire degustazione di ippocrasso in Enoteca Comunale.
Orario: 17.30
Costo: € 7,00 a persona
Info e prenotazioni: iatcastellarquato@gmail.com - Tel: 0523803215
Note: PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA.
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venerdì 1 marzo 2019

M come Manfredi, salotto culturale a Benevento

Venerdì 1 marzo 2019, alle ore 18:00, presso la Fagianella si svolgerà un salotto culturale per parlare di Manfredi di Svevia e della Battaglia di Benevento. Fra due anni, in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri, si vivrà in Italia un anno sotto il segno del grande poeta. Potrebbe essere questa un’occasione per riportare l’attenzione sulla nostra città, soprattutto per l’episodio che Dante cita nel III canto del Purgatorio, quando incontra lo svevo che perì qui a Benevento.
Nel salotto si discuterà su come sia possibile utilizzare questo evento storico per la promozione della città. A partecipare saranno l’architetto Francesco Morante, neo presidente dell’Archeoclub, che farà da moderatore della discussione; il prof. Orazio Antonio Bologna, docente della Libera Università Salesiana, che nel 2013 pubblicò una ricca e documentata monografia su Manfredi di Svevia; Maurizio Cimino, docente di storia dell’arte presso il Liceo Artistico di Benevento, che parlerà del quadro di Giuseppe Bezzuoli conservato nel Museo del Sannio; l’avv. Mario Collarile, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Terre Magiche Sannite; il dott. Giacomo de Antonellis, già giornalista presso la sede Rai di Milano; lo scultore Giuseppe Di Marzo, che ricorderà Bruno Mistrangelo, autore del monumento dedicato a Manfredi nei pressi del ponte sul Calore. Ci sarà anche un interessante e inedito intervento musicale, a cura dei due maestri Emilio Compare e Umberto Camerlengo, che eseguiranno al violino pezzi tratti dalla tradizione medievale europea: alcuni brani dalla raccolta spagnola del XIII secolo “Le Cantigas de Santa Maria”, del musicista francese, del XIV secolo, Guillaume de Mauchat “Je Suis Aussi”, di ignoto autore inglese la “Medieval Dance” e, infine, dalla tradizione tedesca del XIV secolo “In dulci Jubilo”.