Fra pochi giorni prenderanno nuovamente il via gli Incontri del giovedì,
il seguitissimo ciclo di serate predisposte dall’Associazione Castelli del Trentino, organizzato dal presidente Bruno Kaisermann e dal
vicepresidente, il giornalista, storico e critico d’arte Pietro
Marsilli.
Da oltre trent’anni l’associazione è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa. Il ciclo di incontri proposto quest’anno si coordina attorno ad un unico tema: la storia sociale del cibo e dell’alimentazione in Trentino.
Tutti sette gli interventi (ad entrata libera e gratuita) si terranno a Mezzolombardo (TN), nella prestigiosa Sala Spaur di p.zza Erbe, alle 20.30, il terzo giovedì di ciascun mese.
Il primo appuntamento, dal titolo «Mangiare e bere dei contadini nel Medioevo in Trentino», è fissato per giovedì 17 ottobre 2019. Protagonista della serata sarà Italo Franceschini, bibliotecario della Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento e membro della Direzione della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
Come lui stesso sottolinea, forse per la prima volta nella storiografia lo studio dell’alimentazione si è discostato dalle fonti narrative e dall’esame di ricettari, trattati di agronomia e medicina per concentrarsi su un tipo di documentazione più immediata e quotidiana (patti agrari, elenchi di redditi, atti amministrativi, etc.) alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, grazie agli studi di Massimo Montanari.
Iniziando da una profonda rilettura dell’Alto Medioevo, si sono così evidenziati i complessi rapporti che legano tra loro: approcci culturali, ambiente, pratiche agrarie, demografia e abitudini alimentari, con risultati spesso sorprendenti.
In questa serata Italo Franceschini ragionerà sulle informazioni che le fonti conservatesi nell’area che comprende l’attuale Trentino possono offrirci a proposito delle consuetudini alimentari di chi viveva nelle ville e nei mansi con l’auspicio che, messi in evidenza alcuni problemi metodologici, anche a livello locale si possa iniziare ad approfondire quest’affascinante argomento, magari potendo contare sull’aiuto dell’archeologia che indubbiamente riesce a portare alla luce dati che alle fonti scritte sfuggono quasi del tutto.
Da oltre trent’anni l’associazione è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, convegni e cicli di conferenze su tematiche storiche e storico-artistiche che vengono seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa. Il ciclo di incontri proposto quest’anno si coordina attorno ad un unico tema: la storia sociale del cibo e dell’alimentazione in Trentino.
Tutti sette gli interventi (ad entrata libera e gratuita) si terranno a Mezzolombardo (TN), nella prestigiosa Sala Spaur di p.zza Erbe, alle 20.30, il terzo giovedì di ciascun mese.
Il primo appuntamento, dal titolo «Mangiare e bere dei contadini nel Medioevo in Trentino», è fissato per giovedì 17 ottobre 2019. Protagonista della serata sarà Italo Franceschini, bibliotecario della Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento e membro della Direzione della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.
Come lui stesso sottolinea, forse per la prima volta nella storiografia lo studio dell’alimentazione si è discostato dalle fonti narrative e dall’esame di ricettari, trattati di agronomia e medicina per concentrarsi su un tipo di documentazione più immediata e quotidiana (patti agrari, elenchi di redditi, atti amministrativi, etc.) alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, grazie agli studi di Massimo Montanari.
Iniziando da una profonda rilettura dell’Alto Medioevo, si sono così evidenziati i complessi rapporti che legano tra loro: approcci culturali, ambiente, pratiche agrarie, demografia e abitudini alimentari, con risultati spesso sorprendenti.
In questa serata Italo Franceschini ragionerà sulle informazioni che le fonti conservatesi nell’area che comprende l’attuale Trentino possono offrirci a proposito delle consuetudini alimentari di chi viveva nelle ville e nei mansi con l’auspicio che, messi in evidenza alcuni problemi metodologici, anche a livello locale si possa iniziare ad approfondire quest’affascinante argomento, magari potendo contare sull’aiuto dell’archeologia che indubbiamente riesce a portare alla luce dati che alle fonti scritte sfuggono quasi del tutto.
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