Dalle
magioni degli ordini spedalieri agli ospizi comunali, dalle più povere
stazioni per pellegrini, pastori, viandanti alle stanze annesse alle
chiese. Sono 1686 gli ospedali fondati tra l’VIII e il XV secolo e
censiti da Aldo Favini. Tra questi il più antico e ancora attivo è
l’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze che era stato concepito a fine
del Duecento già in una prospettiva di ampliamento e a fine
Quattrocento si sosteneva grazie alla ricchezza prodotto da 350 poderi,
possedeva fattorie estese in Valdarno e due pievi sottoposte.
Della storia degli ospedali toscani se ne parlerà mercoledì 9 ottobre 2018 alle ore 17.00, nella sala conferenze dell’Accademia La Colombaria in Via Sant’Egidio 23 a Firenze
nel corso del convegno “Per un censimento degli ospedali medievali in
Toscana. Prime considerazioni” che vede come relatori lo studioso di
storia medievale Aldo Favini e Sandro Rogari, presidente dell’Accademia
Toscana di scienze e lettere La Colombaria.
Tra le curiosità che saranno raccontate nel corso del convegno la particolarità della fioritura di ospedali trecenteschi:
la Toscana ne vide nascere ben 608 nel corso del Trecento, di questi 47
sono stati fondati tra il 1340 e il 1350, il decennio della Grande
Peste. La realizzazione di luoghi di cura in Toscana deve molto a sei
Ordini Spedalieri; oltre a Santa Maria Nuova gli altri due ospedali
medievali ancora attivi sono l’ospedale di San Miniato (Pisa) e
l’ospedale Serristori di Figline Valdarno. Il lavoro di ricerca di
Favini è pubblicato nel volume “Ospedali nella Toscana Medievale”, Press
& Archeos, 2017.
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