Si terrà sabato 4 febbraio 2023 alle ore 16,30 la nuova lezione del Corso di Archeologia Medievale promosso da BCsicilia,
in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università
di Palermo, il Museo Civico, l’Università Popolare Termini Imerese e la
Parrocchia San Nicola di Bari. Dopo la presentazione di Alfonso Lo
Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la conferenza dal
titolo “Il Medioevo negli Iblei. Gli insediamenti” che sarà tenuta da
Giovanni Di Stefano, Archeologo dell’Università della Calabria.
L’incontro si svolgerà presso la Chiesa S. Maria della Misericordia – Museo Civico,
in Via Mazzini a Termini Imerese. Il giorno successivo, domenica 5
febbraio, è prevista la visita guidata ai Castelli delle Madonie.
Gli insediamenti di età post classica nell’area della Sicilia
meridionale, negli Iblei ragusani, sono caratterizzati da una varietà
tipologica: villaggi rurali aperti, città arroccate e fortificate.
Questi insediamenti sono databili dall’XI al 1693. La recente ricerca
archeologica ha scoperto alcune case di un villaggio rurale islamico nel
Casale di Sanctae Crucis de Rosacambra (S. Croce Camerina). In questo
abitato è stato pure individuato un edificio che può essere stato un
Hammam databile all’XI secolo. Una Cuba è probabile che sia da
identificare nell’edificio del Castello di Comiso. Nell’area orientale
del territorio, nelle gole scavate nell’altopiano, l’insediamento è
caratterizzato da case scavate nella roccia. Qui si formano vere e
proprie “città trogloditiche” con case rupestri (a Cava
Ispica, alle Grotte Cadute, al Castello). Questa tipologia insediativa
deriva probabilmente da tradizioni costruttive nord africane, berbere,
probabilmente importate in Sicilia con l’arrivo degli arabi. Alcuni di
questi insediamenti rupestri nel XIII-XIV secolo sono sopravvissuti con
l’arroccamento difensivo delle aree direzionali che sono state
fortificate, come nel caso di Modica, Ragusa, Scicli, Ispica (il
fortilitium). Oggi la ricerca archeologica condotta in alcuni di questi
abitati ha riportato alla luce palazzi fortificati (a
Modica) e spazi pubblici (al Fortilitium di Ispica e a Terravecchia di
Giarratana). Questi insediamenti di età rinascimentale sono state le
città distrutte dal terremoto dell’11 gennaio del 1693.
Giovanni Di Stefano è archeologo, attualmente
professore di Archeologia del Mediterraneo Tardoantico all’Università
della Calabria e di Architettura e Urbanistica delle Città Romane delle
province del nord Africa, presso l’Università degli Studi di Roma Tor
Vergata. Di Stefano è stato Dirigente Archeologo della Regione Sicilia e
Direttore del Museo e del Parco archeologico di Camarina e di Cava
d’Ispica. Tiene altresì seminari e laboratori all’Università di Catania e
all’Università di Messina (in questo Ateneo su “Le antichità giudaiche
della Sicilia”). È inoltre Direttore della missione archeologica
italiana a Cartagine (per lo scavo dell’Anfiteatro) e della Missione
archeologica italiana a Malta-Ta Wilga.Ha pubblicato, per la casa
editrice Novecento, con Antonio Di Vita, un volume su Camarina, con
Sellerio Editore su Kaukana e su Camarina con Paola Pelagatti, e per
Giunti Editore sui bronzi siculi di Castelluccio e sul relitto delle
Colonne di Camarina, ancora con l’Electa sul Museo di Ragusa e poi su
Cartagine con Fabrizio Serra editore, e infine “Schiavi e padroni nella
Sicilia Romana”, “Potere e consenso dai Severi a Costantino”, “I Vinti
del Tardoantico” e “Gerarchie sociali nella Sicilia greca” con l’editore
Punto L.
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