"Federico II e le Costituzioni di Melfi. La sponda giuridica" è il titolo della lectio magistralis che Ortensio Zecchino, presidente del Centro Europeo di Studi Normanni (già curatore della mostra allestita a Castel del Monte e autore delle fotografie in esposizione), terrà giovedì 4 aprile 2019 alle ore 16.30 a Castel del Monte. Zecchino illustrerà una altre importante opera di Federico II. "Le Costituzioni di Melfi", volute per disciplinare la vita istituzionale e sociale del Regno di Sicilia, furono promulgate nell'agosto del 1231 dall'imperatore svevo nella città di Melfi e raccolte nel Liber Augustalis.
Questo codice legislativo, fondato sul diritto romano e normanno, è considerato tra le più grandi opere della
storia del diritto. Prevedeva infatti la realizzazione di uno Stato
centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con
caratteristiche che gli storici hanno reputato "moderne". "È il primo testo legislativo scritto, dopo il crollo dell'impero romano, emanato da un legislatore laico – spiega Ortensio Zecchino -. Non
a caso è riconosciuto come il più grande monumento legislativo laico
del Medioevo, pietra miliare della cultura politico-giuridica
occidentale. È un testo molto importante perché pone le basi della
sovranità, sulle quali si svilupperanno le ideologie che porteranno allo
Stato moderno. Non solo. È importante perché affronta tutti gli aspetti fondamentali della vita concreta del regno meridionale". Un vero capolavoro giuridico. "Il testo costituzionale di Federico II contiene norme dettagliatissime in tema di istruzione, sanità, università, difesa delle donne: ha gettato così le basi di uno Stato "moderno" in grado di acquisire la pienezza delle sue funzioni, capace di ricomporre all'unità nella sovranità dello Stato. Dopo questa Costituzione, purtroppo, è seguito un lungo periodo di regresso".
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