Sabato 21 dicembre 2013, alle ore 9.30 presso l’auditorium di san Fermo maggiore a Verona,
la Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza con il Museo diocesano di san
Fermo e la Parrocchia di san Fermo Maggiore, presenteranno il restauro
dei paramenti sacri rinvenuti nella tomba dei Santi Fermo e Rustico.
L’apertura del sarcofago e la ricognizione delle reliquie dei martiri, effettuata in occasione delle celebrazioni in onore dei santi Fermo e Rustico del 2005, ha portato alla luce due preziosi tessuti antichi che, come da tradizione, erano serviti per avvolgere o coprire le ossa dei martiri. Il manufatto più antico è rappresentato da un grande telo con il motivo dell’Agnus Dei nei colori giallo e rosso, inscritto in un quadrato, e disposto in modo da formare una scacchiera. Realizzata con trama di seta e ordito di lino, la stoffa, tecnicamente classificabile come sciamito, è databile tra la fine del XIII e i primi del XIV e, per l’affinità con alcuni rari manufatti simili, è forse attribuibile a Venezia. Il secondo reperto è costituito da una pianeta in velluto rosso tagliato ad un corpo, con motivo a cancellata. Al centro è applicato un largo nastro a forma di croce in seta rossa, ricamato con simboli di san Bernardino. Ricami figurati di raffinata fattura compaiono anche all’incrocio dei bracci: sul recto la Madonna con il Bambino e due santi, sul verso Cristo in croce. Le caratteristiche del velluto consentono di datare il manufatto alla fine del Quattrocento e di ricondurlo all’ambiente veneziano.
Il ritrovamento riveste uno straordinario interesse per la storia dell’arte tessile e di Verona in particolare, dove i tessuti di epoca antica sono rarissimi. L’eccezionalità della circostanza ha indotto la Soprintendenza a finanziare il delicato restauro, la cui direzione è stata affidata al funzionario storico dell’arte, Chiara Rigoni. L’intervento è stato preceduto da una vasta campagna di indagini scientifiche promosse dalla Soprintendenza in collaborazione con il Laboratorio di analisi e radiologia e il Settore tessile dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Le preziose stoffe sono state infine esposte nella cappella di San Bernardo della chiesa superiore di san Fermo maggiore, in teche opportunamente progettate che ne garantiscono la conservazione consentendone la piena fruizione.
L’apertura del sarcofago e la ricognizione delle reliquie dei martiri, effettuata in occasione delle celebrazioni in onore dei santi Fermo e Rustico del 2005, ha portato alla luce due preziosi tessuti antichi che, come da tradizione, erano serviti per avvolgere o coprire le ossa dei martiri. Il manufatto più antico è rappresentato da un grande telo con il motivo dell’Agnus Dei nei colori giallo e rosso, inscritto in un quadrato, e disposto in modo da formare una scacchiera. Realizzata con trama di seta e ordito di lino, la stoffa, tecnicamente classificabile come sciamito, è databile tra la fine del XIII e i primi del XIV e, per l’affinità con alcuni rari manufatti simili, è forse attribuibile a Venezia. Il secondo reperto è costituito da una pianeta in velluto rosso tagliato ad un corpo, con motivo a cancellata. Al centro è applicato un largo nastro a forma di croce in seta rossa, ricamato con simboli di san Bernardino. Ricami figurati di raffinata fattura compaiono anche all’incrocio dei bracci: sul recto la Madonna con il Bambino e due santi, sul verso Cristo in croce. Le caratteristiche del velluto consentono di datare il manufatto alla fine del Quattrocento e di ricondurlo all’ambiente veneziano.
Il ritrovamento riveste uno straordinario interesse per la storia dell’arte tessile e di Verona in particolare, dove i tessuti di epoca antica sono rarissimi. L’eccezionalità della circostanza ha indotto la Soprintendenza a finanziare il delicato restauro, la cui direzione è stata affidata al funzionario storico dell’arte, Chiara Rigoni. L’intervento è stato preceduto da una vasta campagna di indagini scientifiche promosse dalla Soprintendenza in collaborazione con il Laboratorio di analisi e radiologia e il Settore tessile dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Le preziose stoffe sono state infine esposte nella cappella di San Bernardo della chiesa superiore di san Fermo maggiore, in teche opportunamente progettate che ne garantiscono la conservazione consentendone la piena fruizione.
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