Mercoledì 18 dicembre 2013 alle 11:00 nella Sala delle Candelabre del Dipartimento di Giurisprudenza in via San Faustino, 41 a Brescia verrà presentato il volume dal titolo: “Ai margini della civitas. Figure giuridiche dell’altro tra medioevo e futuro”.
Si tratta degli atti di un convegno organizzato dall’Università degli
Studi di Brescia in collaborazione con due antiche fondazioni: la
Congrega della Carità Apostolica di Brescia e la Fondazione Casa di Dio
di Brescia. L’introduzione è a cura del prof. Aldo Andrea Cassi,
docente di Storia del diritto medievale e moderno e Storia del diritto
moderno e contemporaneo. Il volume chiama a raccolta studiosi di diverse
discipline, non solo giuridiche, ma anche storiche, economiche,
sociologiche, per analizzare, attraverso una prospettiva multifocale, la
complessa e stratificata “fenomenologia” dell’altro nella cultura
giuridica europea. È diviso in due parti: una dedicata a profili storici
e istituti giuridici di inclusione-esclusione dell’altro, una dedicata
all’alterità nell’ordinamento giuridico vigente (consolidazioni e
prospettive future).
Il profilo di determinate categorie di soggetti percepiti come
irrimediabilmente diversi, “altri”, ha da sempre accompagnato, ed
inquietato, lo spazio giuridico tracciato dalla civitas (intesa come
civiltà oltre che come città), la quale ne ha spesso statuito
l’emarginazione al di fuori dei propri confini politico-giuridici (se
non anche materiali, extra moenia). Così, la presenza di eretici,
banditi, streghe e mentecatti ha ceduto il passo, nei nostri giorni,
alla considerazione per carcerati, disabili, devianti, mentre due
figure, lo straniero e il miserabile (tale per pover à e/o per
malattia), attraversano i secoli fino a ‘bucare’ il nostro presente e
proiettarsi tra le sfide future cui è chiamata a confrontarsi la nostra
società con il suo diritto.
Le scaturigini storiche dell’irrompere del “marginale” sulla scena della
civiltà giuridica europea e l’attuale assetto dei meccanismi di
previsione e inclusione (o viceversa, di rimozione ed esclusione)
nell’ordinamento giuridico vigente costituiscono il dittico che si
propone allo sguardo dello studioso, sia egli “addetto ai lavori”,
studente o lettore interessato.
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