Dopo il grande successo di pubblico riscosso dalla relazione di Barbara Frale, tenuta nel giorno della ricorrenza del settimo centenario della morte sul rogo di Jacques de Molay (18 marzo 1314), prosegue il ciclo di conferenze La storia dei Templari raccontata a San Bevignate, organizzato dal Comune di Perugia con il contributo della Regione Umbria e con il patrocinio, tra gli altri, del Senato della Repubblica. Relatore sarà questa volta Tommaso di Carpegna
Falconieri, che martedì 1 aprile 2014, alle ore 18:00, terrà nel complesso monumentale di San Bevignate una conferenza dal titolo La leggenda templare. Un caso emblematico di medievalismo contemporaneo. Introduce Paola Monacchia.
Tommaso di Carpegna Falconieri insegna Storia medievale presso l’Università degli Studi di Urbino. Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla storia di Roma, della Chiesa romana e dell'Italia centrale. A tale riguardo, oltre alla
monografia su Cola di Rienzo (Salerno Editore, 2002), si segnalano le numerose voci sui Montefeltro contenute nel Dizionario biografico degli italiani
(vol. 76, anno 2012). In "L’uomo che si credeva re di Francia. Una storia medievale", (Laterza, 2005) ha invece indagato il tema delle testimonianze storiche, soprattutto in relazione al falso e all'impostura.
Attualmente sta concentrando i propri interessi sull'uso politico del medioevo nel mondo contemporaneo. Su questo argomento, ha pubblicato nel 2009 il saggio "Barbarossa e la Lega Nord: a proposito di un film, delle storie e della Storia" (in "Quaderni storici", 132) e un libro di grande successo dal titolo "Medioevo militante.
La politica di oggi alle prese con barbari e crociati" (Einaudi, 2011) in cui, al termine di un Prologo fortemente suggestivo, il medioevo è definito un'utopia.
Quello che prevale nell'opinione e nella percezione comune è, infatti, un medioevo mitico, immaginario, talvolta volutamente mistificato, utilizzato come una sorta di inesauribile contenitore da cui estrarre modelli, esempi e identità. Ed è in questo tentativo di perpetuare le gesta, gli ideali, i valori e i presunti riti dell'Ordine del Tempio che si colloca la leggenda templare, un esempio emblematico, a parere di Tommaso di Carpegna, di medievalismo contemporaneo.
Non a caso, nel capitolo dal titolo Templari e santo Graal: un medioevo nella Tradizione, l'autore sottolinea come "il mito della cavalleria medievale ha avuto esiti e interpretazioni anche di tipo esoterico", nel convincimento che "il passato medievale racchiude tesori di sapienza e verità" preservati nei secoli e "resi noti a gruppi di illuminati" che beneficiano di una conoscenza autentica e completa per il tramite di un accesso iniziatico e di percorsi sapienziali.
Se dunque all'ordine fratello dei cavalieri ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme (poi cavalieri di Rodi e infine di Malta) sono toccati in sorte i beni materiali dei milites Templi, della storia e della memoria del Tempio e dei suoi presunti rituali si sono fatti carico, da posizioni talvolta antagoniste, la storiografia, le arti e la letteratura, contribuendo così a perpetuarne il mito attraverso opere come Le tombeau de Jacques Molai ou histoire secrète et abrégée des initiés anciens et modernes (1796) di Cadet de Gassicourt, farmacista di Napoleone, e la tragedia in cinque atti Les Templiers (1805) del filologo romanzo e drammaturgo Raynouard.
Si comprende così come la "spettacolarizzazione della storia" cui continuamente si assiste − grazie anche all'enorme
successo di certa produzione letteraria, televisiva e cinematografica − trae molti dei suoi contenuti proprio dal medioevo cavalleresco iniziatico, "tempo arcano di profondi misteri" in cui si passa con estrema facilità dalle coordinate spazio-temporali della storia alle suggestioni della leggenda e del mito.
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