Giovedì 22 ottobre 2015 alle ore 18,00
nella Cappella Guinigi del Complesso di San Francesco
Lucca - Via della Quarquonia - Giardino degli Osservanti,
Giuseppe Benelli (Università di Genova)
presenta
Le Croniche di Giovanni Sercambi
trasposte in italiano corrente da Giorgio Tori.
Giorgio Tori, nato a Roma il 16 novembre 1941, è stato Direttore degli Archivi di Stato di Lucca, Firenze, Pisa e Massa. è autore di numerosi volumi e saggi sulla storia di Lucca, con particolare riferimento al XIV secolo ed al periodo francese (1799-1814) e di importanti lavori archivistici. Ha insegnato Archivistica generale e speciale all’Università di Firenze ed alla
Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Firenze. Ha partecipato
a numerosi incontri di studio in Italia ed all’estero, ed ha organizzato mostre e convegni nelle sedi di Archivio che ha diretto. è Presidente
della Fondazione Ragghianti, consigliere della Fondazione Cassa di
Risparmio di Lucca, socio ordinario dell’Accademia Lucchese di Scienze,
Lettere ed Arti e membro della Deputazione di Storia Patria di Firenze. è socio fondatore dell’Istituto Storico Lucchese dove ricopre la carica di vice presidente.
Saluti
di Arturo Lattanzi
Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca,
Alessandro Tambellini
Sindaco di Lucca,
Raffaello Nardi
Presidente dell’Accademia Lucchese di Lettere Scienze ed Arti.
Giovanni Sercambi è nato a Lucca il 18 febbraio del 1348 ereditò dal padre la bottega di speziale, esercitando un'attività che nel Medioevo comprendeva anche la produzione ed il commercio di libri; partecipò attivamente alla vita politica cittadina sostenendo l'eminente famiglia lucchese dei Guinigi dalla quale rimase alla fine deluso per l'ingratitudine dimostratagli dal nuovo Signore Paolo Guinigi.
Le Croniche è divisa in due parti; nella prima, conservata nel manoscritto 107 dell'Archivio di Stato di Lucca, vengono narrati gli avvenimenti che vanno dal 1164 al 1400, nella seconda (conservata nel ms. 204 dello stesso archivio) quelli tra il 1400 e il 1423. L'opera rimase incompiuta, e nelle ultime pagine si fa accenno all'epidemia di peste che avrebbe ucciso l'autore un anno più tardi.
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