Entriamo nell’Età di Mezzo (ambientazione a cavallo tra XIII e XIV
secolo) a Tergeste, ricca cittadina che vanta la sua origine dai
pronipoti di Noè, con i Bagordi Tergestini per celebrare le prove
d’abilità dei “boni homines” pronti alla difesa delle mura, e le feste
di piazza alle quali partecipano tutti, cittadini e forestieri. Perché
al di là dell’Historia, esiste la storia scritta giorno per giorno dal
comune cittadino e dal podestà, dalla guardia alle mura e dai popolani,
ed è in questo spirito che il Castello di San Giusto di Trieste abbassa
il ponte levatoio per invitare tutti a bagordare diventando allo stesso
tempo spettatori e protagonisti, non solo di fatti d’arme tra mercato e
taverna, ma anche della giuria nell’inquisizione dei Ranfi,
nell’istigare il Consiglio Maggiore a firmare o meno la pace con
l’antica Mugla, nel partecipare ad un matrimonio “di casata” e, dulcis
in fundo, tra giochi, danze e giullarate a gozzovigliare alla Festa
Vinalia offerta dai generosi vitigni del bisavolo Noè.
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