mercoledì 23 dicembre 2015

È tornato a splendere l'Albero della Fecondità di Massa Marittima

Da martedì 22 dicembre 2015 è tornato a splendere l’Albero della Fecondità di Massa Marittima, il celebre e particolare affresco medievale che si trova sulla grande parete delle Fonti dell’Abbondanza, nel cuore della città.  Luci ed effetti sonori restituiranno all’antico affresco e alle fonti che lo ospitano una scenografia che ne riproduce le sembianze originarie.
È stata curata anche la protezione del prezioso bene culturale, con un sistema di allarme e telecamere collegate a una centrale operativa. «L’intervento, realizzato con risorse regionali – spiega l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Giovannetti – intende proteggere, ma anche e soprattutto di valorizzare il bene; sono state così installate reti antivolatili a scarso impatto, così che l’affresco resti ben visibile, e sono stati creati effetti che riproducono immagine e suono dell’acqua, che era l’elemento originario e fondamentale di questo monumento».
La nuova illuminazione è stata scelta in modo tale da evitare qualsiasi danno all’affresco, assicurando la corretta quantità di luce sul dipinto e l’assenza di radiazioni ultraviolette che potrebbero danneggiare il pigmento.
L’Affresco della Fecondità fu scoperto nel 1999 durante lavori di restauro dell’edificio che accoglieva la fonte. Databile al 1265, la sua rara iconografia è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Rappresenta infatti un albero da cui pendono, come enormi frutti, decine di falli, rappresentazione che ancora oggi stupisce per la libertà di costumi. Ulteriori lavori hanno portato alla luce altre rappresentazioni pittoriche. Nell’arcata centrale delle fonti è emersa infatti una complessa figurazione che rappresenta due fiere contrapposte e una figura femminile che tiene al guinzaglio altri due animali feroci. L’edificio delle Fonti dell’Abbondanza è del XIII secolo. Era costituito da tre campate dove una grande vasca raccoglieva l’acqua che sgorgava nell’arcata centrale. Nel XIV secolo fu sopraelevato e destinato a granaio fino al 1778.

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