Martedì 19 aprile 2016, alle ore 18.00, la Cavallerizza in Via Carlo Foldi, 2 a Milano ospiterà l'incontro A tavola con i Visconti, a cura del giornalista e scrittore Luigi Barnaba Frigoli, studioso della Milano viscontea.
Un affascinante percorso per immagini alla scoperta della cucina e della gastronomia nella Milano medievale dominata dalla potente famiglia dei Visconti, fra Trecento e Quattrocento: piatti antichi, sontuosi banchetti... e misteriosi avvelenamenti.
Il 28 maggio 1368 la tredicenne Violante Visconti, seconda figlia del signore di Milano Galeazzo II e di Bianca di Savoia, nonché sorella di Gian Galeazzo, andò in sposa a Lionello di Anversa, terzogenito del re Edoardo III d'Inghilterra. Allo sposalizio seguì uno dei banchetti nuziali più sfarzosi e opulenti che la storia ricordi: agli illustri ospiti, fra cui il poeta Francesco Petrarca, furono servite un numero smisurato di portate, di carne e di pesce, simbolo della ricchezza raggiunta dalla famiglia Visconti in un'epoca in cui lo spettro della carestia era per tutti una minaccia grave e costante.
Ben poco appetitoso fu invece il piatto di fagioli servito il 19 dicembre 1385 all'odiato tiranno Bernabò Visconti, richiuso nelle segrete suo castello di Trezzo sull'Adda… quei legumi avvelenati, forse su comando del nipote Gian Galeazzo, avido di potere e di gloria, costituirono infatti il suo ultimo pasto. Eliminato lo zio, toccò proprio a Gian Galeazzo guidare le sorti del Ducato di Milano: quale modo migliore per dimostrare il proprio prestigio di un banchetto luculliano?
Proprio questo furono infatti i festeggiamenti per l'incoronazione a duca avvenuta il 5 settembre 1395.
Se quanto finiva sulle tavole dei milanesi ci è noto grazie alla magistrale descrizione del poeta Bonvesin de la Riva, anche nei borghi campestri intorno a Milano il Trecento è un periodo di sorprese culinarie. Le fonti ricordano ad esempio la figura di Libista, cuoca contadina di "Cernuschio" (oggi Cernusco sul Naviglio), cui viene attribuita l'arte di «far raffioli avviluppati nella pasta», di cui sarebbe stata l'inventrice.
E ancora leggende, curiosità, usi e tradizioni della gastronomia nella Milano del Medioevo.
Ingresso libero senza prenotazione.
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