«Uno squarcio di mare azzurro e profondo, coperto nell'alto da una curva calotta di cielo terso e delimitato a ferro di cavallo da due alture a punta, vestite di un lussureggiante manto vegetale, verde nella dolce e calda stagione, dalle sfumature tra il giallo e il rosso ocra all'avanzar dell'autunno: così pressappoco doveva apparire, agli occhi dei primi uomini che vennero ad abitarvi, la terra di Agerola. I suoi abitanti da pastori e coltivatori si trasformarono, nei secoli del Medioevo, in abili mercanti e navigatori, seguendo l’ormai consolidato costume della nazione amalfitana.
In età angioina la Terra Agerula fu elevata ad Universitas hominum, per cui ebbe una propria amministrazione civica. E fu proprio allora che, tra difficili congiunture e vicissitudini progressive, la terra agerolese vide lo sviluppo di complessi abitativi articolati e fu nel contempo coperta da “un manto bianco di chiese”.
L’ingegno e l’operosità dei suoi figli promosse un’evoluzione sociale ed economica destinata a proiettare la comunità agerolese verso l’imprimatur di una civiltà al di là del tempo e dello spazio.».
In età angioina la Terra Agerula fu elevata ad Universitas hominum, per cui ebbe una propria amministrazione civica. E fu proprio allora che, tra difficili congiunture e vicissitudini progressive, la terra agerolese vide lo sviluppo di complessi abitativi articolati e fu nel contempo coperta da “un manto bianco di chiese”.
L’ingegno e l’operosità dei suoi figli promosse un’evoluzione sociale ed economica destinata a proiettare la comunità agerolese verso l’imprimatur di una civiltà al di là del tempo e dello spazio.».
E così è descritta nel libro del professor Giuseppe Gargano "TERRA AGERULA. Evoluzione socio-economica e rivisitazione topografica nei secoli del Medioevo".
Nato dalla sinergia tra Comune e ProLoco di Agerola ed il Centro di Cultura e Storia Amalfitana, il volume sarà presentato ad Agerola (NA), giovedì 28 aprile 2016, a partire dalle ore 18.00, presso la Casa della Corte.
A dialogare con l'autore gli storici Domenico Camardo e Giovanni Vitolo.
«La storia della mia terra, della mia Agerola, così forte ed oserei dire ostinata, - ha affermato il sindaco Luca Mascolo - è motivazione e spinta a fare meglio e di più per il territorio che rappresentiamo. Raccontare con un volume un periodo storico particolare come quello in esame, il Medioevo appunto, ci aiuta a fare ulteriormente luce su quello che siamo oggi».
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