La Fortezza con il vecchio ponte d’accesso
nella nota veduta del 1627 di Orazio Grassi
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Gli antichi accessi della Fortezza e la probabile collocazione
dell’antica Chiappinata saranno illustrati da Rinaldo Massucco venerdì 9
febbraio 2018, alle ore 17.30, nel Salone di Storia Patria, Società Savonese di Storia Patria.
Fino alle ristrutturazioni eseguite nel 1683, su progetto dell’ing.
Domenico Sirena, la Fortezza di Savona era fornita di due accessi
indipendenti: l’accesso diretto al Maschio (realizzato nel 1542, al
momento della costruzione della Fortezza ideata dall’ ing. Giovanni
Maria Olgiati, e chiuso e murato appunto nel 1683) e l’accesso
principale posto allora (come oggi) sull’ asse del ponte che scavalcava
il fossato esterno.
I lavori del 1683 comportarono anche la realizzazione di un semi-bastione tuttora esistente, sottostante l’orecchione del bastione di San Carlo: per questo motivo scomparve la rampa che dal fossato saliva all’ antico ingresso, che fu conseguentemente murato. Fu riaperto nel 1975, dopo lunghi lavori di restauro realizzati dal Comune di Savona per disporre di un’uscita di sicurezza per gli spettacoli tenuti nella piazza del Maschio, su idea e proposta del Gruppo Speleologico Savonese, dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e della Società Savonese di Storia Patria.
Fino agli anni 1558-1559, però, il fossato della Fortezza non era stato completato e non esisteva ancora il ponte d’accesso all’ingresso principale, che invece fu costruito tra il 1542 e il 1543.
Dall’analisi degli accessi più antichi della Fortezza e dei resti archeologici dell’Ospedale Grande della Misericordia tuttora esistenti sul Priamàr – evidenziati dalle campagne di scavi condotti dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri – si possono sviluppare nuove ipotesi sulla posizione dell’antica Chiappinata, che fu percorsa dai savonesi per l’ultima volta nel tardo pomeriggio del 24 aprile 1543, quando – come ci lasciò scritto il nostro concittadino Agostino Abate – “ancora che fuse dopodisnaro li masari de lo domo e con loro molti citadini ne andono al domo e con li preti de lo domo prezeno lo santo sacramento e lo portono honorata menti in santo Pietro con grande soma de brandoni asezi e con grande copia de lacrime e de pianti”.
I lavori del 1683 comportarono anche la realizzazione di un semi-bastione tuttora esistente, sottostante l’orecchione del bastione di San Carlo: per questo motivo scomparve la rampa che dal fossato saliva all’ antico ingresso, che fu conseguentemente murato. Fu riaperto nel 1975, dopo lunghi lavori di restauro realizzati dal Comune di Savona per disporre di un’uscita di sicurezza per gli spettacoli tenuti nella piazza del Maschio, su idea e proposta del Gruppo Speleologico Savonese, dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e della Società Savonese di Storia Patria.
Fino agli anni 1558-1559, però, il fossato della Fortezza non era stato completato e non esisteva ancora il ponte d’accesso all’ingresso principale, che invece fu costruito tra il 1542 e il 1543.
Dall’analisi degli accessi più antichi della Fortezza e dei resti archeologici dell’Ospedale Grande della Misericordia tuttora esistenti sul Priamàr – evidenziati dalle campagne di scavi condotti dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri – si possono sviluppare nuove ipotesi sulla posizione dell’antica Chiappinata, che fu percorsa dai savonesi per l’ultima volta nel tardo pomeriggio del 24 aprile 1543, quando – come ci lasciò scritto il nostro concittadino Agostino Abate – “ancora che fuse dopodisnaro li masari de lo domo e con loro molti citadini ne andono al domo e con li preti de lo domo prezeno lo santo sacramento e lo portono honorata menti in santo Pietro con grande soma de brandoni asezi e con grande copia de lacrime e de pianti”.
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