Catasto di Savigliano del 1394 |
I più antichi catasti conservati nell’Italia occidentale sono quelli
di Chieri (1253). I catasti sono strumenti importanti per l’imposizione
fiscale delle proprietà, per questo molte comunità provvidero, a partire
almeno dal XIII secolo, a conoscere sistematicamente il patrimonio dei
loro appartenenti.
Tra i più antichi catasti della valle Bormida savonese segnaliamo
quelli di Osiglia-Bormida (1539) ma ne esistono di poco successivi a
Millesimo (1547) e, via via, in quasi tutti gli altri centri principali,
fonti preziose e finora scarsamente utilizzate nella ricerca storica.
Il problema maggiore rilevato è che si tratta di una descrizione del
territorio senza cartine geografiche. Le mappe catastali come le
conosciamo oggi compaiono in valle Bormida solamente nella seconda metà
del XVIII secolo (Dego, Piana Crixia e Cengio).
Il catasto è una fonte importante per la conoscenza del territorio:
ci descrive le case, le vie, le coltivazioni e, dal loro valore,
possiamo valutare le ricchezze dei vari proprietari. Ci segnala anche le
persone stesse, con nome e cognome, dove abitano e – con qualche sforzo
in più di comprensione da parte nostra – il loro tenore di vita e le
fortune familiari.
Di questo si parlerà nella conferenza intitolata Ordinare il territorio. I catasti della valle Bormida che si terrà venerdì 23 marzo 2018 alle ore 14.30, in Via Allende 2, a Cairo Montenotte (SV) nell’ambito del progetto Ab origine 2018, organizzato dall‘Istituto Scolastico Superiore Federico Patetta di Cairo Montenotte, in collaborazione con la Società Savonese di Storia Patria e l'Istituto Internazionale di Studi Liguri – sezione Valbormida.
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