Presentato in collaborazione con l’Accademia degli Intronati, lunedì 16 aprile 2018 alle ore 16,30 Maria Elena Cortese illustrerà il suo libro “L’aristocrazia toscana. Sette secoli (VI-XII)” (Spoleto, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo. Collana
Istituzioni e Società, 2017). L’appuntamento, a ingresso libero, è nella
sala storica della Biblioteca degli Intronati (Via della Sapienza, 5).
Insieme all’autrice intervengono i docenti universitari Duccio Balestracci e Simone M. Collavini, coordinati da Enzo Mecacci, vicepresidente dell’Accademia degli Intronati.
Con un ampio taglio comparativo e una prospettiva di lunghissimo periodo, il volume delinea le caratteristiche e l’evoluzione dei gruppi aristocratici nelle diverse aree della Toscana medievale. Al centro dell’attenzione le fasce sociali che, di volta in volta, esercitarono egemonia e potere politico in una dimensione che eccedeva quella strettamente locale: le famiglie dell’alta aristocrazia attive su scala regionale, così come i livelli intermedi dotati di patrimoni diffusi in un raggio almeno diocesano. Attraverso la lettura congiunta di documentazione scritta e dati archeologici vengono analizzati gli spazi d’azione politica e i luoghi d’esercizio del potere, le basi fondiarie e le risorse economiche, le reti di relazioni e i rapporti con le autorità superiori.
Proprio grazie all’interazione tra fonti di tipologia diversa l’arco cronologico della ricerca ha potuto dilatarsi su circa sette secoli: dal VI, momento di massima crisi e trasformazione nell’assetto dell’economia e della società di stampo romano, fino al XII, quando si compirono il definitivo radicamento aristocratico nelle campagne toscane, con il cristallizzarsi delle signorie rurali, e la maturazione delle prime istituzioni d’autogoverno cittadino.
Con un ampio taglio comparativo e una prospettiva di lunghissimo periodo, il volume delinea le caratteristiche e l’evoluzione dei gruppi aristocratici nelle diverse aree della Toscana medievale. Al centro dell’attenzione le fasce sociali che, di volta in volta, esercitarono egemonia e potere politico in una dimensione che eccedeva quella strettamente locale: le famiglie dell’alta aristocrazia attive su scala regionale, così come i livelli intermedi dotati di patrimoni diffusi in un raggio almeno diocesano. Attraverso la lettura congiunta di documentazione scritta e dati archeologici vengono analizzati gli spazi d’azione politica e i luoghi d’esercizio del potere, le basi fondiarie e le risorse economiche, le reti di relazioni e i rapporti con le autorità superiori.
Proprio grazie all’interazione tra fonti di tipologia diversa l’arco cronologico della ricerca ha potuto dilatarsi su circa sette secoli: dal VI, momento di massima crisi e trasformazione nell’assetto dell’economia e della società di stampo romano, fino al XII, quando si compirono il definitivo radicamento aristocratico nelle campagne toscane, con il cristallizzarsi delle signorie rurali, e la maturazione delle prime istituzioni d’autogoverno cittadino.
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