Domenica 13 maggio 2018 alle ore 12,30 al Salone del Libro di Torino in Sala Blu si tiene la presentazione dell'ultimo saggio di Glauco Maria Cantarella "Gregorio VII. Il papa che in soli dodici anni rivoluzionò la Chiesa e il mondo occidentale” (Salerno Editrice, 2018). Ne discute con l'Autore il prof. Alessandro Barbero, docente di Storia Medievale all'Università del Piemonte Orientale.
Gregorio VII è stato tra le figure di spicco del Medioevo. Fu Papa dal 1073 al 1085: un decennio noto come età gregoriana, età di guerre, scomuniche e riforme. Il suo pontificato mutò profondamente i rapporti tra Papato e Impero, attraverso il Dictatus papae Gregorio rivendicò la superiorità del potere spirituale su quello temporale.
Fu un riformatore, forse un eversivo, sicuramente in lui e attraverso di lui presero corpo processi che avrebbero condotto la cristianità o l’Europa alle origini della modernità. Fu in lotta con il Sacro Romano Impero per le investiture, con i vescovi per debellare la piaga della simonia dalla Chiesa, con il proprio tempo per affermare l’egemonia di un potere che volle al di sopra di ogni forza terrena, sottoposto soltanto al dominio celeste dell’altissimo di cui si sentì il vicario, fino a pagarne il prezzo.
Sulla sua tomba, presso la Cattedrale di Salerno, è scritto: ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità: perciò muoio in esilio.
Gregorio VII è stato tra le figure di spicco del Medioevo. Fu Papa dal 1073 al 1085: un decennio noto come età gregoriana, età di guerre, scomuniche e riforme. Il suo pontificato mutò profondamente i rapporti tra Papato e Impero, attraverso il Dictatus papae Gregorio rivendicò la superiorità del potere spirituale su quello temporale.
Fu un riformatore, forse un eversivo, sicuramente in lui e attraverso di lui presero corpo processi che avrebbero condotto la cristianità o l’Europa alle origini della modernità. Fu in lotta con il Sacro Romano Impero per le investiture, con i vescovi per debellare la piaga della simonia dalla Chiesa, con il proprio tempo per affermare l’egemonia di un potere che volle al di sopra di ogni forza terrena, sottoposto soltanto al dominio celeste dell’altissimo di cui si sentì il vicario, fino a pagarne il prezzo.
Sulla sua tomba, presso la Cattedrale di Salerno, è scritto: ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità: perciò muoio in esilio.
Glauco Maria Cantarella è storico del
medioevo, ha insegnato Storia medievale, Storia dell’Europa medievale e
Istituzioni politiche medievali all’Università di Bologna. Tra le sue
ultime pubblicazioni ricordiamo, Manuale della fine del mondo. Il
travaglio dell’Europa medievale (2015), Imprevisti e altre catastrofi
(2017).
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