Per la serie “Pesaro Storie” proposta dalla Società Pesarese di Studi Storici, martedì 8 maggio 2018 alle ore 17,30 nella sala conferenze (g.c.) di Confindustria Marche Nord (via Cattaneo, 34 – Pesaro) alla presenza dell’autore viene presentato il libro di Giorgio Godi "John Hawkwood in Romagna (1376-1381) Capitanus, miles, faber".
John Hawkwood (che i contemporanei chiamarono Giovanni Acuto e di cui oggi ammiriamo nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Fiore il monumento funebre dipinto da Paolo Uccello) è l’archetipo dei capitani di ventura. Milite inglese, forse arciere, impegnato in Francia durante la guerra dei Cent’anni, in una pausa di quel secolare conflitto si trasferisce in Italia e vi diviene un famoso condottiero. Nella prima metà del XIV secolo in Italia combattono sempre più spesso mercenari stranieri, ovvero bretoni, inglesi, tedeschi, ecc.: professionisti della guerra che sostituiscono sia le milizie comunali, sia la cavalleria pesante di origine feudale, assoldati a carissimo prezzo da città e signorie. Successivamente si imporranno con sempre maggior frequenza anche compagnie di ventura italiane e anzi alcune signorie saranno delle vere e proprie dinastie militari: dai Montefeltro ai Gonzaga, dai Malatesta agli Este. La vicenda di Giovanni Acuto, che fu anche signore di Bagnacavallo e Codignola, diventa la traccia per seguire un secolo di trasformazione politica e militare, perché la sua carriera si svolge sullo sfondo di trasformazioni profonde del mestiere delle armi.
Giorgio Godi (Pesaro 1988) si è laureato a Bologna con una tesi sull’evoluzione degli eserciti europei tra Medioevo ed età moderna; appassionato dell’età medievale, ha poi frequentato il corso di studi magistrale in Scienze storiche e si è specializzato in Storia medievale. Interessato anche alla storia contemporanea, è stato di recente co-autore, insieme a Luca Marconi, di Un secolo d’Ottobre. La Rivoluzione russa tra storia, arte e letteratura (2017).
John Hawkwood (che i contemporanei chiamarono Giovanni Acuto e di cui oggi ammiriamo nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Fiore il monumento funebre dipinto da Paolo Uccello) è l’archetipo dei capitani di ventura. Milite inglese, forse arciere, impegnato in Francia durante la guerra dei Cent’anni, in una pausa di quel secolare conflitto si trasferisce in Italia e vi diviene un famoso condottiero. Nella prima metà del XIV secolo in Italia combattono sempre più spesso mercenari stranieri, ovvero bretoni, inglesi, tedeschi, ecc.: professionisti della guerra che sostituiscono sia le milizie comunali, sia la cavalleria pesante di origine feudale, assoldati a carissimo prezzo da città e signorie. Successivamente si imporranno con sempre maggior frequenza anche compagnie di ventura italiane e anzi alcune signorie saranno delle vere e proprie dinastie militari: dai Montefeltro ai Gonzaga, dai Malatesta agli Este. La vicenda di Giovanni Acuto, che fu anche signore di Bagnacavallo e Codignola, diventa la traccia per seguire un secolo di trasformazione politica e militare, perché la sua carriera si svolge sullo sfondo di trasformazioni profonde del mestiere delle armi.
Giorgio Godi (Pesaro 1988) si è laureato a Bologna con una tesi sull’evoluzione degli eserciti europei tra Medioevo ed età moderna; appassionato dell’età medievale, ha poi frequentato il corso di studi magistrale in Scienze storiche e si è specializzato in Storia medievale. Interessato anche alla storia contemporanea, è stato di recente co-autore, insieme a Luca Marconi, di Un secolo d’Ottobre. La Rivoluzione russa tra storia, arte e letteratura (2017).
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