Barbarissimi tra i barbari. Longobardi lungo la Stura di Demonte
è il titolo dell’incontro di studio che la delegazione FAI di Cuneo ha
organizzato, con la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, per presentare lo straordinario ritrovamento
della necropoli longobarda di Sant’Albano Stura, riscrivendo la storia
di quel periodo.
Sei anni fa, nella primavera del 2009, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un tunnel dell’Autostrada “A33 Cuneo-Asti”, emersero dal terreno della frazione Ceriolo nel comune di Sant’Albano Stura, del tutto inaspettati, alcuni reperti databili al periodo dell’alto medioevo. Un’indagine più approfondita permise allora di individuare un’intera necropoli longobarda, un ritrovamento del tutto casuale ma allo stesso tempo straordinario per la vastità dell’area interessata comprendente 776 tombe e per il materiale conservato. In molte di esse si sono infatti rinvenuti corredi funebri che hanno consentito, pur in assenza di resti ossei, di definire il sesso degli inumati e la loro “posizione” sociale.
La Soprintendente per i beni archeologici del Piemonte, dottoressa Egle Micheletto, che ha seguito sin dall’inizio i lavori di scavo e di recupero dei numerosi e importanti reperti, definisce il ritrovamento di Sant’Albano Stura “una scoperta di straordinaria importanza non solo per il Piemonte sud-occidentale, interessato in passato solo da sporadiche attestazioni di tombe isolate, ma per l’intero panorama storico-archeologico italiano”. Un’area cimiteriale di così vaste proporzioni, databile fra il VII e l’inizio dell’VIII sec. d.C., lascia immaginare che nelle sue vicinanze ci potesse essere un insediamento umano importante, di cui finora non si è mai avuta conoscenza né traccia. Una presenza certo non sporadica ma in qualche modo organizzata. Insomma, un rinvenimento che ha davvero una straordinaria rilevanza archeologica essendo uno dei più importanti ed estesi d’Europa, capace di riscrivere una pagina della nostra storia.
Il restauro dei corredi e dei loro contesti consente di andare oltre il tradizionale “inquadramento etnico” delle popolazioni barbare, aprendo prospettive di ricerca sulle variazioni dello stile di vita degli individui e sulle trasformazioni della loro società, indagando la mentalità dei gruppi germanici, dalla struttura fluida ma con una propria incisiva fisionomia, in rapida evoluzione secondo dinamiche che restano in gran parte ancora da definire e che caratterizzano uno dei periodi più complessi dell’Alto Medioevo. Per presentare al pubblico questo importante “tesoro” storico e artistico la delegazione FAI di Cuneo ha organizzato un incontro di studio in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, sabato 21 febbraio 2015, a partire dalle ore 9,30, presso lo Spazio Incontri Cassa di Risparmio di Via Roma, 15 a Cuneo.
Sei anni fa, nella primavera del 2009, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un tunnel dell’Autostrada “A33 Cuneo-Asti”, emersero dal terreno della frazione Ceriolo nel comune di Sant’Albano Stura, del tutto inaspettati, alcuni reperti databili al periodo dell’alto medioevo. Un’indagine più approfondita permise allora di individuare un’intera necropoli longobarda, un ritrovamento del tutto casuale ma allo stesso tempo straordinario per la vastità dell’area interessata comprendente 776 tombe e per il materiale conservato. In molte di esse si sono infatti rinvenuti corredi funebri che hanno consentito, pur in assenza di resti ossei, di definire il sesso degli inumati e la loro “posizione” sociale.
La Soprintendente per i beni archeologici del Piemonte, dottoressa Egle Micheletto, che ha seguito sin dall’inizio i lavori di scavo e di recupero dei numerosi e importanti reperti, definisce il ritrovamento di Sant’Albano Stura “una scoperta di straordinaria importanza non solo per il Piemonte sud-occidentale, interessato in passato solo da sporadiche attestazioni di tombe isolate, ma per l’intero panorama storico-archeologico italiano”. Un’area cimiteriale di così vaste proporzioni, databile fra il VII e l’inizio dell’VIII sec. d.C., lascia immaginare che nelle sue vicinanze ci potesse essere un insediamento umano importante, di cui finora non si è mai avuta conoscenza né traccia. Una presenza certo non sporadica ma in qualche modo organizzata. Insomma, un rinvenimento che ha davvero una straordinaria rilevanza archeologica essendo uno dei più importanti ed estesi d’Europa, capace di riscrivere una pagina della nostra storia.
Il restauro dei corredi e dei loro contesti consente di andare oltre il tradizionale “inquadramento etnico” delle popolazioni barbare, aprendo prospettive di ricerca sulle variazioni dello stile di vita degli individui e sulle trasformazioni della loro società, indagando la mentalità dei gruppi germanici, dalla struttura fluida ma con una propria incisiva fisionomia, in rapida evoluzione secondo dinamiche che restano in gran parte ancora da definire e che caratterizzano uno dei periodi più complessi dell’Alto Medioevo. Per presentare al pubblico questo importante “tesoro” storico e artistico la delegazione FAI di Cuneo ha organizzato un incontro di studio in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, sabato 21 febbraio 2015, a partire dalle ore 9,30, presso lo Spazio Incontri Cassa di Risparmio di Via Roma, 15 a Cuneo.
I vari
interventi (ore 9,30-12,30) presenteranno alcuni aggiornamenti e
anticipazioni che stanno emergendo dallo studio della necropoli
Longobarda scavata tra 2009 e 2011 a S. Albano Stura, partendo dai
risultati del microscavo in Laboratorio dei corredi in corso di
restauro.
Al pomeriggio (dalle 15,00 alle 17,00) visite guidate gratuite al piccolo allestimento di alcuni corredi della necropoli in mostra presso il Museo Civico di Cuneo (prenotazione obbligatoria: 0171/634175).
Al pomeriggio (dalle 15,00 alle 17,00) visite guidate gratuite al piccolo allestimento di alcuni corredi della necropoli in mostra presso il Museo Civico di Cuneo (prenotazione obbligatoria: 0171/634175).
Nessun commento:
Posta un commento