Enzo tradotto in carcere. Codice Vat. Lat. Chig. L. VIII.296 (XIV secolo), Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana |
La conferenza "Meno otto" dal titolo "Bologna nel Duecento: il secolo d’oro e il secolo breve" si svolgerà martedì 23 febbraio 2016, alle ore 17,00 nella sala dello "Stabat Mater" dell'Archiginnasio e sarà tenuta dalla professoressa Francesca Roverdi Monaco, docente di Storia Medievale dell'Università di Bologna.
Verterà sul Duecento che è stato definito il secolo d’oro del Comune di Bologna per lo straordinario dinamismo che caratterizzò la città in ogni ambito, da quello demografico a quello economico, politico e sociale; dai mutamenti istituzionali per l'accesso dei ceti emergenti negli organi comunali ai fasti della contesa con Federico II, della cattura di Re Enzo e della promulgazione del Liber Paradisus; fino ai pesanti sintomi di decadenza e di lacerazione interna tra fazioni e ceti sociali e alla sottomissione alla Chiesa.
L’affermarsi delle classi popolari a partire dal 1228, la vitalità dello Studium, il successo politico-militare ottenuto sull’autorità imperiale sono solo gli esempi più conosciuti di questa fase di progresso cittadino, destinata tuttavia a conoscere una battuta di arresto negli anni ‘70 del secolo, con le lotte tra le fazioni dei Lambertazzi e Geremei e la momentanea espulsione della parte perdente, quella dei Lambertazzi.
Verterà sul Duecento che è stato definito il secolo d’oro del Comune di Bologna per lo straordinario dinamismo che caratterizzò la città in ogni ambito, da quello demografico a quello economico, politico e sociale; dai mutamenti istituzionali per l'accesso dei ceti emergenti negli organi comunali ai fasti della contesa con Federico II, della cattura di Re Enzo e della promulgazione del Liber Paradisus; fino ai pesanti sintomi di decadenza e di lacerazione interna tra fazioni e ceti sociali e alla sottomissione alla Chiesa.
L’affermarsi delle classi popolari a partire dal 1228, la vitalità dello Studium, il successo politico-militare ottenuto sull’autorità imperiale sono solo gli esempi più conosciuti di questa fase di progresso cittadino, destinata tuttavia a conoscere una battuta di arresto negli anni ‘70 del secolo, con le lotte tra le fazioni dei Lambertazzi e Geremei e la momentanea espulsione della parte perdente, quella dei Lambertazzi.
Il passaggio di Bologna al patrimonio della Chiesa di Roma, avvenuto
nel 1278 con la cessione al papa dei diritti esarcali da parte di
Rodolfo d’Asburgo, costituì uno spartiacque fondamentale, quasi la fine
del secolo d’oro.
Proprio in questo senso di recente Roberto Greci ha definito il Duecento anche il secolo breve del Comune di Bologna, addirittura brevissimo se come estremi cronologici si prendono, appunto, il 1228 e il 1278.
Proprio in questo senso di recente Roberto Greci ha definito il Duecento anche il secolo breve del Comune di Bologna, addirittura brevissimo se come estremi cronologici si prendono, appunto, il 1228 e il 1278.
Breve e d’oro, dunque, il Duecento: tuttavia, in questo caso la
brevità non riduce in alcun modo la complessità di un periodo davvero
ricchissimo di eventi e la cui fluidità istituzionale, politica,
sociale, economica, culturale emerge impetuosa e mutevole a seconda dei
punti di vista.
Prologo del Liber Paradisus (1257) © Archivio di Stato di Bologna |
Bologna fu, davvero, nel Duecento un laboratorio di sperimentazione
politica nel senso più ampio del termine e diede luogo all’elaborazione
di una ideologia comunale fondata sulla partecipazione dei cittadini e
articolata intorno a una normativa che, individuando e suddividendo
funzioni e ruoli istituzionali, mirava a individuare e codificare la
perfetta forma di governo. Risulta allora necessario provare a
individuare gli esperimenti più importanti di quel laboratorio, secondo
una visione che dalla rilettura del passato possa trarre motivo di
riflessione utile ed efficace anche per l’attuale laboratorio politico
cittadino.
Per maggiori dettagli: nonocentenario.comune.bologna.it.
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