Il Medioevo spunta dalle pareti di Santa Maria Novella, sotto le pale
degli altari progettati fra il 1565 e il 1570 da Giorgio Vasari per
adeguare ai tempi correnti la più importante chiesa domenicana di
Firenze, ma incapaci di cancellarne definitivamente il passato. Che oggi
affiora da una serie di affreschi — datati dalla fine del '200
all'inizio del '500 — presentati in basilica insieme a un volume edito
da Mandragora, Ricerche a Santa Maria Novella. Gli affreschi ritrovati di Bruno, Stefano e gli altri,
a cura di Anna Bisceglia, che ne racconta la storia.
Dei tre affreschi
rinvenuti sui muri della chiesa dal 2004 in poi, durante una campagna di
restauro delle pale cinquecentesche condotta da Comune, Soprintendenza e
Opera di Santa Maria Novella, due (un San Maurizio con i suoi martiri e
un corteo di Santi) sono attribuiti a Bruno di Giovanni, pittore e
autore di burle trecentesco (citato anche da Boccaccio, che gli dedicò
una novella) mentre il terzo, sotto la pala di Jacopo Ligozzi, risale al
1480 circa ed è attribuito a Francesco Botticini. Tutti e tre sono oggi
visibili grazie a un sistema meccanico che permette di spostare le pale
che li coprono come delle persiane. Contemporaneamente, sono stati
ritrovati nei depositi della Soprintendenza altri due frammenti di epoca
giottesca rimossi ai tempi del restauro del complesso condotto da
Gaetano Bianchi (1858), oggi esposti anch'essi in basilica. Ma le
ricerche, assicurano gli studiosi, continueranno.
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