venerdì 14 novembre 2014

"Il bagno ebraico di Siracusa", presentazione degli Atti del convegno

Sabato 15 novembre 2014 a partire dalle ore 10,00 organizzata dall'Officina di Studi Medievali, si svolgerà a Palazzo Bianca di Siracusa la presentazione degli Atti del Convegno "IL BAGNO EBRAICO DI SIRACUSA E LA SACRALITÁ DELLE ACQUE NELLE CULTURE MEDITERRANEE" con interventi del Prof. Diego Ciccarelli, Presidente O.S.M.: "Le attività scientifiche dell’O.S.M. relative al territorio siracusano"; della Prof.ssa Luciana Pepi dell'Università di Palermo: "Un ricordo del prof. Alessandro Musco".
Verrà inoltre presentata l’Associazione Culturale Identità Mediterranee a cura della dott.sa Carla Maurano con la Cerimonia di Nomina nell’Albo d’Oro dei Custodi delle Identità Mediterranee.

Nell'isola di Ortigia sopravvivono i resti di quello che viene considerato un mikvé (o mikveh), un bagno di purificazione rituale, proprio nella zona della Giudecca, nei sotterranei di un edificio patrizio che oggi ospita un hotel. Fu proprio durante i restauri che venne scoperta una galleria che consuce a questo luogo sotterraneo. Secondo approfonditi studi, questo "Miqweh" è il più antico di tutte le Sinagoghe europee poichè risalirebbe al VI secolo d.C. Inoltre, è fra gli unici bagni rituali in Europa che conservi a tutt’oggi la sua integrità e il suo fascino.
Bagno ebraico di Siracusa
L'ingresso  conduce direttamente al cunicolo scavato nella roccia che scende in una stanzetta rettangolare (posta 18 metri sotto il suolo aretuseo) presso il cui centro vi sono tre vasche in cui sgorga ancora dell'acqua (proveniente dalla ricca falda acquifera siracusana che da anche vita alla Fonte di Aretusa) . Gli esponenti della comunità ebraica siracusana vi si immergevano per "cancellare i loro peccati" (difatti i Miqweh di tutte le Sinagoghe del mondo servono proprio a "cancellare i peccati" mediante l'immersione dentro queste vasche sotterranee con un rito molto simile alla "Confessione Cristiana dei peccati"). All'interno vi sono inoltre dei vestiboli formati da archi scavati nella roccia che fungono anche da struttura portante, ma anche altre vasche (di cui una di esse ricavata da un antico acquedotto greco) poste dentro delle nicchie poste nei pressi della stanzetta principale del Miqweh.

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