Tommaso di Carpegna Falconieri |
Per i cent’anni dalla Grande guerra il Circolo della stampa di Pesaro e la Società pesarese di studi storici propongono, mercoledì 19 novembre 2014 alle ore 18,00 nell’auditorium (g.c.) di palazzo Montani (piazza Antaldi, 2 – 61121 Pesaro), una conferenza di Tommaso di Carpegna Falconieri sul tema: Il Medioevo e la Grande guerra.
Per quanto Medioevo e Grande guerra siano temi storiografici incommensurabili, la conversazione metterà in luce i modi attraverso i quali il Medioevo stesso venne recepito e riproposto durante la prima Guerra mondiale, quando la propaganda bellica si servì di personaggi e di archetipi medievali per incitare alla lotta i propri soldati e per stigmatizzare le azioni del nemico. Da questo punto di vista, i miti medievali furono di grande rilevanza: non per caso Giovanna d’Arco, eroina della nazione francese, fu canonizzata non nel XV secolo bensì nel 1920, poco dopo la fine della guerra.
Alcuni simboli – desunti dall’immaginario medievale allora corrente – furono impiegati nel discorso pubblico e dagli stessi combattenti per spiegare e giustificare la guerra. Anche gli universi narrativi “medievaleggianti” di alcuni scrittori inglesi del XX secolo (da J.R.R. Tolkien a C.S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia) devono molto alle esperienze di guerra degli autori stessi. L’Italia esibì invece un “medievalismo” a dimensione sostanzialmente cattolica, a fronte delle proposte concorrenti rappresentate dal mito di Roma antica e dal futurismo.
Tommaso di Carpegna Falconieri è docente di Storia medievale a Urbino. Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla storia di Roma, della Chiesa romana e dell’Italia centrale; indaga inoltre il tema della testimonianza storica, soprattutto in relazione al falso e all’impostura. Attualmente si occupa dell’uso dell’idea di medioevo nella cultura politica contemporanea. Tra i suoi numerosi saggi e libri: Il clero di Roma nel medioevo (2002); Cola di Rienzo (2002); L’uomo che si credeva Re di Francia (2005); Medioevo militante (2011); I giacobiti a Urbino, 1717-1718. La corte in esilio di Giacomo III re d'Inghilterra (2013).
Per quanto Medioevo e Grande guerra siano temi storiografici incommensurabili, la conversazione metterà in luce i modi attraverso i quali il Medioevo stesso venne recepito e riproposto durante la prima Guerra mondiale, quando la propaganda bellica si servì di personaggi e di archetipi medievali per incitare alla lotta i propri soldati e per stigmatizzare le azioni del nemico. Da questo punto di vista, i miti medievali furono di grande rilevanza: non per caso Giovanna d’Arco, eroina della nazione francese, fu canonizzata non nel XV secolo bensì nel 1920, poco dopo la fine della guerra.
Alcuni simboli – desunti dall’immaginario medievale allora corrente – furono impiegati nel discorso pubblico e dagli stessi combattenti per spiegare e giustificare la guerra. Anche gli universi narrativi “medievaleggianti” di alcuni scrittori inglesi del XX secolo (da J.R.R. Tolkien a C.S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia) devono molto alle esperienze di guerra degli autori stessi. L’Italia esibì invece un “medievalismo” a dimensione sostanzialmente cattolica, a fronte delle proposte concorrenti rappresentate dal mito di Roma antica e dal futurismo.
Tommaso di Carpegna Falconieri è docente di Storia medievale a Urbino. Le sue ricerche vertono prevalentemente sulla storia di Roma, della Chiesa romana e dell’Italia centrale; indaga inoltre il tema della testimonianza storica, soprattutto in relazione al falso e all’impostura. Attualmente si occupa dell’uso dell’idea di medioevo nella cultura politica contemporanea. Tra i suoi numerosi saggi e libri: Il clero di Roma nel medioevo (2002); Cola di Rienzo (2002); L’uomo che si credeva Re di Francia (2005); Medioevo militante (2011); I giacobiti a Urbino, 1717-1718. La corte in esilio di Giacomo III re d'Inghilterra (2013).
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