Considerato l'alter ego di San Bruno e suo compagno in Calabria della prima ora, Lanuino è una figura di primissimo piano del monachesimo dell'Italia meridionale nel Medioevo. I legami in vita tra i due monaci dovettero essere così stretti che la maggior parte dei diplomi papali e degli atti pontifici indirizzati a Bruno ebbero come destinatario pure Lanuino, ”come se fossero entrambi, allo stesso titolo, i superiori della fondazione calabresea” (Laporte). Il suo ruolo e le sue capacità personali furono di tale rilievo da essere riconosciuti dal pontefice delli'epoca, come attesta la documentazione coeva che permette di intravedere chiaramente un saldo rapporto tra Lanuino e Pasquale II, il quale inviò al successore di San Bruno numerose lettere, affidandogli missioni e compiti di Visitatore Apostolico presso monasteri e vescovadi vicini.
In particolare, Lanuino venne inviato dal papa per ben tre volte presso l'abate di San Giuliano per richiamarlo ai propri doveri e anche per presiedere alla sua sostituzione con un nuovo abate. Analogamente, fu chiamato da Pasquale II a presiedere all'elezione del vescovo di Mileto e, successivamente, per riconciliarlo con i monaci di Sant'Angelo.
Al periodo del priorato di Lanuino risale pure la fondazione del monastero di Montauro, per quei religiosi che, inadatti alla vita eremitica condotta a Santa Maria della Torre (luogo dell'originaria fondazione brunoniana), avessero voluto seguire una regola di tipo cenobitico. Una circostanza, questa, oggetto di vivace discussione storiografica, se ne è scaturita una lettura delle vicende dell'insediamento calabrese secondo la quale, a partire da Lanuino, esso avrebbe intrapreso un orientamento "camaldolese".
Su queste e altre questioni intende riflettere il convegno "In morte quoque non sunt divisi". Da Bruno a Lanuino: l'esperienza monastica dell'eremo di S. Maria della Torre (Serra San Bruno, Museo della Certosa, venerdì 17 e sabato 18 giugno 2016), che, per la prima volta, propone una messa a punto interamente dedicata alla figura di Lanuino in occasione del IX centenario della sua morte (11 aprile 1116).
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