Nell'ambito degli eventi organizzati a corredo della mostra Mirabilia Tudertina, mercoledì 15 marzo 2017 alle ore 16,30, Sonia Merli, medievista e paleografa, terrà una conferenza dal titolo "Podestà, ufficiali e statuti: il caso del Comune di Todi".
Partendo dall'assetto politico-istituzionale della città nei decenni a cavallo fra Due e Trecento, saranno presi in esame alcuni tra i più emblematici materiali documentari prodotti a Todi in età comunale, in anni recenti studiati a più riprese da medievisti di chiara fama. Sconosciuti ai più, questi veri e propri 'monumenti' della civiltà comunale sono stati temporaneamente prelevati dall'Archivio Storico Comunale per essere esposti all'interno di apposite sezioni tematiche della mostra Mirabilia Tudertina, corredata di un ricco ed elegante catalogo a cura di Fabiola Bernardini, Filippo Orsini e Nicoletta Paolucci.
Prendendo dunque lo spunto dalla prima sezione, denominata "Diritti e doveri nell'età comunale", si illustrerà la redazione statutaria del 1275 (la più antica conservatasi in Umbria) e quella ben più ponderosa del 1337, con particolare riferimento alle formule di giuramento pronunciate al momento della loro entrata in carica dal podestà e dagli altri ufficiali forestieri che lo supportavano nell'esercizio delle sue funzioni.
Quanto alla seconda sezione, intitolata "Imperatori, papi e podestà", si darà invece conto della lunghissima e studiatissima vertenza intercorsa tra il Comune di Todi e il bolognese Comaccio dei Galluzzi, che il 17 luglio 1268, in seguito a una improvvisa sollevazione della parte ghibellina, fu costretto ad abbandonare – ben prima della scadenza del suo mandato – la città di cui era divenuto podestà dal 1° giugno dello stesso anno. Al suo rientro in patria, Comacio avviò presso la Curia pontificia una causa giudiziaria destinata a protrarsi per ventitré anni (1268-1291) e che si concluse con l'esborso da parte del Comune di Todi di ben 1.700 fiorini d'oro, da corrispondere al bolognese a titolo di indennizzo per l'espulsione ingiustamente subìta. Di tutto questo danno conto i numerosi e dettagliati atti processuali che compongono un dossier documentario costituito - tra le altre cose - di diversi rotoli pergamenacei lunghi fino a 60 metri. Ciò significa che a Todi si è conservata una fonte di eccezionale ricchezza, grazie alla quale si può meglio comprendere il funzionamento dei regimi comunali e il ruolo esercitato dal podestà nelle città dell'Italia centro-settentrionale nella seconda metà del Duecento.
Prendendo dunque lo spunto dalla prima sezione, denominata "Diritti e doveri nell'età comunale", si illustrerà la redazione statutaria del 1275 (la più antica conservatasi in Umbria) e quella ben più ponderosa del 1337, con particolare riferimento alle formule di giuramento pronunciate al momento della loro entrata in carica dal podestà e dagli altri ufficiali forestieri che lo supportavano nell'esercizio delle sue funzioni.
Quanto alla seconda sezione, intitolata "Imperatori, papi e podestà", si darà invece conto della lunghissima e studiatissima vertenza intercorsa tra il Comune di Todi e il bolognese Comaccio dei Galluzzi, che il 17 luglio 1268, in seguito a una improvvisa sollevazione della parte ghibellina, fu costretto ad abbandonare – ben prima della scadenza del suo mandato – la città di cui era divenuto podestà dal 1° giugno dello stesso anno. Al suo rientro in patria, Comacio avviò presso la Curia pontificia una causa giudiziaria destinata a protrarsi per ventitré anni (1268-1291) e che si concluse con l'esborso da parte del Comune di Todi di ben 1.700 fiorini d'oro, da corrispondere al bolognese a titolo di indennizzo per l'espulsione ingiustamente subìta. Di tutto questo danno conto i numerosi e dettagliati atti processuali che compongono un dossier documentario costituito - tra le altre cose - di diversi rotoli pergamenacei lunghi fino a 60 metri. Ciò significa che a Todi si è conservata una fonte di eccezionale ricchezza, grazie alla quale si può meglio comprendere il funzionamento dei regimi comunali e il ruolo esercitato dal podestà nelle città dell'Italia centro-settentrionale nella seconda metà del Duecento.
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